(…) se le cifre come spero saranno positive, dovremo continuare ad aprire con gradualità. Eviterei di aprire in un colpo solo bar, ristoranti, spiagge. (…) Dobbiamo stare attenti a non dover tornare indietro. Io capisco che c'è una grande voglia e un fortissimo bisogno di tornare alla normalità ma occhio a non esagerare. Ed è proprio per questo che abbiamo firmato anche ordinanze restrittive, come quella che vieta ai toscani di andare con le famiglie nelle seconde case. (…) rispetto molto i sindaci, ma se non si segue un quadro di norme di carattere nazionale da questa emergenza non ne usciamo. Serve unità d'intenti.
Altrimenti si rischia di far decidere sul Covid-19 anche le circoscrizioni. (…)
Così due giorni or sono si è espresso il nostro presidente Enrico Rossi in una intervista al Corriere della Sera.
Intanto si delineano due tendenze in tutto il Paese laddove da una parte c’è chi ‘morde il freno’ per una riapertura graduale e prudente e chi invece spinge, come Zaia del Veneto e Toti della Liguria, per non parlare della Presidente Santelli della Calabria che è stata pure bloccata per aver fatto una ‘fuga in avanti’ anticipando la riapertura di bar e ristoranti fin troppo presto. Tra gli ‘aperturisti’ però c’è anche Bonaccini dell’Emilia Romagna per cui diciamo che le tendenze appaiono politicamente trasversali.
In questo clima di incertezza totale le parole del nostro Presidente sembrano le più equilibrate: tuttavia ci permettiamo, come poche settimane fa abbiamo fatto per mettere in luce i problemi di una situazione sanitaria elbana coraggiosa ma piuttosto precaria, avendo avuto dal Nostro una cortese e esaustiva risposta, di dissentire in parte dalle sue parole di pochi giorni fa sul Corsera. Indubbiamente la prudenza deve regnare sovrana nelle menti e nei cuori di ogni dirigente che si rispetti in un momento cosi delicato, anche per la responsabilità che ogni decisone può comportare in termini di salute pubblica. La realtà economica e turistica dell’isola d’Elba è tuttavia molto diversa dal resto della Regione e immagino che Rossi ne abbia ben donde.
Qui da noi la stagione turistica rappresenta il motore economico per il novanta per cento dei residenti sia per chi si occupa, come noi, da cinquant’anni di ospitalità alberghiera sia per chi lavora nell’indotto derivante. Occorre quindi che la nostra Regione e il nostro Presidente si occupino dell’Elba con un ‘occhio di riguardo’ non nel senso di avere un atteggiamento di favoreggiamento verso la nostra realtà, ma con la consapevolezza che per la maggior parte delle attività dell’isola un anno di sospensione totale delle attività sarebbe un contraccolpo dal quale difficilmente ci si potrebbe riprendere.
Per quanto in via di perfezionamento il tanto atteso Decreto Legge Rilancio, che abbiamo già letto in bozza, tarda ad arrivare, ma anche nella veste definitiva per la nostra isola non sembra che porterà significativi indirizzi o soluzioni di sorta. Sembra invece di tutta evidenza che quella tanto richiesta di ‘personalizzazione’ Regione per Regione che chiedono i vari Governatori debba essere fatta anche per la nostra, ma ‘internamente’: la val di Chiana, per quanto splendida, ha una tessuto socio-economico completamente diverso dal nostro e diversi dovranno essere i provvedimenti da prendere. Abbiamo quindici giorni, caro Presidente, per non sventolare bandiera bianca sul ponte. Prima di allora dobbiamo, secondo il nostro modestissimo avviso, insistere affinche’ le direttive e i protocolli siano chiari da parte del governo centrale e che la loro interpretazione per la messa in pratica sul territorio da parte della Regione sia definita territorio per territorio e realtà economico-sociale per realtà, in modo unitario nelle linee guida, ma assolutamente in modo personalizzato per la nostra Isola.
Si sono sentite le considerazioni le più varie, dall’assurdità di far trascorrere la traversata sulla nave ai turisti ma nel garage, fino al tampone obbligatorio per chiunque venga a trovarci sullo Scoglio. Mi associo, senza se e senza ma, alle osservazioni del Responsabile PD dell’Elba che, pochi giorni fa, ha fatto ‘le pulci’ punto per punto alle ‘astronomiche’ trattazioni emerse dai tavoli GAT & Company. Non perché il tentativo messo in campo non sia degno di apprezzamento negli intenti, ma perché considerarle (…) un elenco di idee, generiche e non sempre del tutto condivisibili, frutto di un tavolo di lavoro tra operatori e istituzioni, ancora in evoluzione. Nulla di più concreto o illuminante, a essere sinceri, di quello che ogni singolo operatore aveva già immaginato per la propria attività (…), come ha fatto lui, può sembrare ingeneroso, ma per nulla privo di fondamento.
A nostro avviso occorre agire subito e farlo con ponderatezza e risolutezza insieme: si deve uscire dalla logica delle improvvisazioni e delle superficiali soluzioni ‘fai da te’. Occorrono norme restrittive e certe e che siano ben comprese dagli operatori di tutte le categorie impegnate nella ripresa, dalla Società di Navigazione fino al più piccolo bar sulla spiaggia. Ognuno deve disporre degli strumenti corretti per proteggersi dai potenziali contagiati che ci raggiungeranno e per proteggere i nostri collaboratori e le loro famiglie da un contagio che sarebbe incontenibile sullo Scoglio.
I prossimi quindici giorni ripetiamo saranno decisivi, caro Presidente e ci appelliamo a Lei perché tenga in considerazione questo nostro grido che si compone anche nella nostra proposta di usare queste settimane per formare, con precisione e compiutezza, gli imprenditori e i collaboratori elbani anche con i corsi anti-Covid_19 che abbiamo da tempo predisposto.
Un grande intellettuale e politico del Novecento, quale fu Antonio Gramsci, ebbe a scrivere e noi ci uniamo a lui: (…) Il mio stato d’animo sintetizza questi due sentimenti e li supera: sono pessimista con l’intelligenza, ma ottimista per la volontà.
Jacopo Bononi