Non sono d’accordo con le linee guida ANCI che riguardano le spiagge libere. E mi auguro che la Regione Toscana stia lavorando per migliorarle.
E non sono d’accordo con l’idea che sta passando, anche nel mio Comune, di una sostanziale assenza di regole per le spiagge non attrezzate.
Lo trovo sbagliato anche come messaggio di promozione turistica del nostro territorio.
Perché una famiglia dovrebbe venire a passare le sue vacanze su una spiaggia non sicura?
Col rischio, magari, di dover discutere ogni giorno con qualcuno che si avvicina troppo all’ombrellone o all’asciugamano e senza nessuno a cui segnalare l’accaduto.
Possibile che ci siano regole ferree di fruizione di qualsiasi spazio, meno che delle spiagge?
Credo che sarebbe molto più opportuno e urgente che i comuni, magari di concerto con le imprese turistiche, provassero a costruire velocemente un piano di salvamento/sorveglianza misto pubblico privato che riguarda anche le spiagge libere.
Ce ne sono esempi virtuosi anche vicini (Piombino).
Coinvolgendo gli operatori delle spiagge: punti blu, concessioni, noleggiatori, ecc.. e impiegando le maestranze delle spiagge (penso soprattutto ai bagnini che quest’anno non troveranno lavoro) per questo progetto.
Le spiagge devono garantire sicurezza a chi le frequenterà.
Si è discusso molto di proposte concrete.
Dire che anche le spiagge libere saranno sicure, mi pare una di queste.
Simone De Rosas