Parole, parole, parole, diceva una canzone di qualche tempo fa. A volte se ne dicono troppe, a volte sono utili, utilissime, e vanno sempre dette per focalizzare questo o quel problema. Qualcuno riparla del Comune unico, che, quasi magicamente, risolverebbe tutte le criticità della nostra isola , qualcun altro parla del grave problema del momento,il corona virus. Controlli a Piombino, se hai fatto il test, altrimenti torni a casa tua.
Sul Comune unico , ripeto quello che mi e già capitato di dire. Nobili intenzioni sulla carta ma di fatto, se ci fosse un altro referendum, il risultato sarebbe lo stesso dell'altra volta. NO, NO e ancora NO. Per quale motivo, gli abitanti di tutti i Comuni eccetto Portoferraio,dovrebbero rinunciare alla loro identità e far governare l'isola solo da residenti a Portoferraio (perchè, così sarebbe, per l'elevato numero dei residenti e quindi dei votanti, nel capoluogo elbano)? Qualcuno potrebbe dire: è risaputo che i vari eletti a Portoferraio, sia di destra che di sinistra, sono talmente bravi che Portoferraio “ è un fiore, una meraviglia, un esempio per tutti”. La cosa non risulta. A Portoferraio sono come da tutte le parti . Ma faccio anche un paragone, se i capoliveresi fossero 10.000 e i portoferraiesi 3.000, saremmo governati dai capoliveresi,etc e così vale per tutti i Comuni elbani. Il Comune unico va contro la logica,a che serve tornare periodicamente sull' argomento? Perchè ogni abitante degli altri Comuni dovrebbe rinunciare alla propria identità? Per quali magici risultati?
Voglio piuttosto evidenziare una problematica, che, nella visione “Comune unico”, non si mette mai abbastanza in luce, e cioè che la gestione dei vari paesi elbani significa risolvere i problemi della nettezza urbana, del verde, delle opere pubbliche, etc Non cose di poca importanza, ma cose , invece, di straordinaria importanza. E la gente, il popolo non guarda alle formule di governo, guarda-giustamente- ai risultati.
Ci sono i problemi comprensoriali, certo, e ,secondo me, possono trattarli meglio tutti i Comuni riunendosi, prendendo accordi fra di loro, nella Conferenza dei Sindaci, decidendo - in ipotesi - che il problema degli orari delle navi deve essere compatibile con quello dei treni e quindi che un certo Comune deve, a nome di tutti, interloquire con le Ferrovie dello Stato, e deve farlo di corsa, riferendo poi , velocemente, ad una prossima conferenza dei Sindaci. Chi può dire che il Comune unico, i problemi li affronterà senz'altro velocemente, li gestirà velocemente e li risolverà velocemente? Meglio il controllo di tutti gli altri Sindaci, insieme, appassionatamente...
Guido Retali