Abbiamo letto la protesta di due residenti elbani per il rifiuto della Agenzia Toremar di Piombino di rilasciare un nuovo biglieto di imbarco sull’ultimo traghetto in partenza alle 22 per Portoferraio, in sostituzione di quello di cui erano già in possesso per la partenza delle 18,40. Operazione possibile da fare in base a quanto è scritto all’art.6 delle Condizioni generali di trasporto della Toremar: “ le variazioni di orario e/o data partenza saranno accettate nei limiti dei posti o spazi disponibili ed a condizione che vengano richieste alle biglietterie di porto almeno 30 minuti prima della partenza prevista”. L’articolo non fa alcun cenno alla bassa o all’alta stagione.
Cose che succedono quando chi effettua il servizio di trasporto via “canale” può agire liberamente. Applicare le tariffe che ritiene più convenienti ( anche quest’anno salate!), stabilire orari più confacenti agli interessi aziendali, inventarsi “regole” che non stanno né in cielo né in terra, come quella applicata ai due residenti.
In un primo momento abbiamo pensato di suggerire loro di non limitarsi alla denuncia a mezzo stampa, ma di segnalare l’accaduto alla Regione Toscana o al Presidente della Amministrazione provinciale nella sua qualità di Presidente dell’Osservatorio sui trasporti marittimi dell’Arcipelago, organismo voluto, nel 2011, dall’allora Assessore ai trasporti Ceccobao.Poi abbiamo pensato che forse nessuna delle due iniziative avrebbe prodotto un positivo risultato. E questo, anche , sulla base di una nostra simile “disavventura”.
Lo scorso anno eravamo in possesso di un biglietto, a suo tempo non utilizzato, per il passaggio di una autovettura e tre familiari, tutti residenti. Quando decidemmo di utilizzarlo uno dei familiari non poteva partire e quindi chiedemmo alla Agenzia Toremar di Portoferraio di sostituirlo con un altro familiare sempre residente. Ci fu risposto che non era possibile perché il biglietto era nominativo e che la rinuncia di uno dei passeggeri doveva intendersi come disdetta del contratto di trasporto e quindi per il nuovo passeggero era necessario fare un altro biglietto. Non condividendo la risposta che ci era stata data abbiamo presentato reclamo alla Regione. Ci aspettavamo di conoscere il parere dell’Ufficio regionale competente, ma, con nostra grande sorpresa, ci fu inviata, l’8 luglio, una nota della stessa Toremar nella quale si sosteneva, ovviamente, la correttezza della risposta data dalla Agenzia. Con successiva lettera dell’11 luglio, inviata anche alla Regione, abbiamo puntualmente contestato la posizione di Toremar. Il 29 abbiamo sollecitato una risposta, ma nessuno si è più fatto vivo. In sostanza si è dovuto prendere atto del ruolo di puro e semplice “passacarte” dell’Ufficio regionale che ha la competenza a controllare la gestione del servizio marittimo.
L’Osservatorio avrebbe dovuto “monitorare il servizio e le tariffe, con particolare riguardo a Toremar”, “segnalare eventuali carenze di programmazione o disservizi“ nonché “garantire e migliorare la continuità territoriale”. Ma dal 2011 ad oggi che funzione ha effettivamente svolto? Quanto ha monitorato? Ha segnalato? Quanto ha contribuito a garantire e migliorare la continuità territoriale? Stendiamo un velo pietoso su tutto. Le tariffe non sono mai state sottoposte alla valutazione dei componenti dell’Osservatorio di cui fanno parte, tra gli altri, la Provincia, i Comuni dell’Arcipelago e le rappresentanze di tutte le Associazioni economiche. Nella assegnazione degli slot alle diverse Compagnie di navigazione e nella predisposizione degli orari non è mai stata cercata da parte della Autorità portuale una preventiva intesa. Non sono mai state garantite le coincidenze con i treni e gli autobus per Campiglia marittima. Le traversate del canale non durano affatto un’ora come indicato negli orari. Prevedere, come in questo periodo, una partenza da Piombino alle 18,40 e la successiva alle 22, con un buco di oltre tre ore, quando durante il giorno sono spesso previste partenze molto ravvicinate e continuare a non prevederne una dopo le 22, almeno durante la stagione turistica, non può certo farci dire che è garantita o che addirittura è migliorata la continuità territoriale.
Insomma, per tutte queste ragioni, non ce la sentiamo di suggerire alla sventurata “coppia” di rivolgersi alla Regione o all’Osservatorio. Perderebbe solo del tempo, come lo abbiamo perso noi.
Un’altra coppia di residenti elbani