Spiace dover costatare, ancora una volta, come il Governo nazionale continui a sottostimare il problema delle ecoballe che giacciono da 5 anni sul fondo del canale di Piombino: l’ultimo Consiglio dei Ministri, purtroppo, non ha decretato lo stato d’emergenza per quella che è, a tutti gli effetti, una bomba ecologica ad orologeria.
Una situazione di pericolosa incertezza che, di fatto, prosegue senza sosta, soprattutto dallo scorso 25 giugno, data in cui è decaduto il commissario straordinario. Al momento non vi è, quindi, nessuno che possa proseguire il lavoro iniziato ma solo la dolorosa consapevolezza di continuare a perdere tempo prezioso.
Abbiamo più volte ed in varie sedi lanciato il grido d’allarme per questa situazione - in controtendenza col silenzio assordante della precedenza amministrazione - ma, ancora una volta, dobbiamo registrare la sordità delle Istituzioni.
I Governi nazionali e regionali non dovrebbero permettere che Piombino sia ancora appena al filo esile del fato. La questione è ormai oltre l’urgenza: se anche una sola delle reggette che tengono unite le ecoballe si dovesse rompere, il rischio di un danno incalcolabile sarebbe certo. Senza contare le ripercussioni che avrebbe sul tessuto economico del territorio, profondamente legato al mare sia in termini turistici che imprenditoriali. Non possiamo permettere che la burocrazia inchiodi un’operazione così importante e per questo scriveremo nuovamente a Conte e Borrelli: è di vitale importanza che il Governo si attivi subito e permetta alle istituzioni di continuare a lavorare per salvaguardare l’ambiente dai danni irrimediabili che quelle microplastiche potrebbero causare ad un tratto di mare che tutelato a livello a internazionale. È salvifico, ora più che mai, che il Governo decreti lo stato d’emergenza nel primo consiglio dei ministri utile.
Francesco Ferrari, sindaco di Piombino