Oggi 22 luglio 2020, è una data molto importante per l’Arcipelago Toscano. Ventiquattro anni fa veniva istituito l’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano. Quale modo migliore per ricordare l’avvenimento di quello, da parte delle istituzioni (Comune, Parco, ESA) di dare una ripulitina allo stradello immerso in un bosco di querce e sughere che da Valdana porta a Schiopparello dove - come evidenziato pochi giorni fa da Legambiente e come visto proprio ieri andando per sentieri-alcuni barbari amano lasciare i loro rifiuti.
E’ il giusto preludio ai festeggiamentì del prossimo anno per il quarto di secolo del PNAT al servizio della ecologia, economia e qualità della vita degli elbani e degli amici dell’Elba e dell’Arcipelago. Ovviamente senza dimenticare Napoleone, che guarda caso, nel suo peregrinare per l’Isola non è certamente mancato il percorrere questo ombroso e antico stradello, che in modo rapido congiunge la Rada di Portoferraio alla piazzaforte di Longone. Allora “piccoli barbari” scrivo a voi, certo che non mi capirete, ma sono certo capiranno le Istituzioni, che nei tempi e nei modi possibili provvederanno alla pulizia e magari ad impiantare un sistema (telecamera, fototrappola) che qui, e in altri luoghi topici del territorio (Colle Reciso, Molino a vento,…), siano in grado di individuare e sanzionare i piccoli criminali. Dicevamo, la GTE scende da Case Buraccio e giunge nella “Finestra geologica” dell’Elba: una delle più belle finestre aperte nella Grande Storia della Toscana, che da Monte Fabbrello si apre a ventaglio verso Golfo Stella fra Norsi ed il Lido.
Sono più o meno 28 milioni di anni che le acque, il sale, il ghiaccio, i venti erodono le rocce elbane, aprendo la grande Finestra di Valdana, che ci permette di vedere le rocce formatesi circa 330 milioni di anni fa, durante il Carbonifero, lungo le sponte di un grande mare che lambiva le coste orientali ed equatoriali della paleoAfrica. Sono rocce che a Rio Marina contengono livelli di carbone fossile oltre le celebri mineralizzazioni a ferro. Questo e tanto altro possono narrarci le pagine scritte nelle rocce di Monte Fabbrello.
Pagine della Grande Storia Elbana che non possono essere lordate dalla inciviltà di pochi, che magari urlano, anche con orgoglio, la loro deforme elbanità.
Beppe Tanelli