Apriti cielo. Non appena, almeno a Marciana Marina, si tira fuori, in qualsiasi modo, la parola “porto” o locuzioni che la contengano, si scatena un irrazionale finimondo, con tanto di polemico botta e risposta, fuori sede istituzionale, tra l'attuale Sindaco e la minoranza di Ciumei.
Un confronto mediatico con argomentazioni che presentano, da una parte come dall'altra, oggettivi ragioni di fondamento ma anche inattesi harakiri ed immature semplificazioni.
La foga spesso conduce a questo, anche giustamente da un certo punto di vista, considerando che si tratta della risorsa ambientale, paesaggistica ed economica più importante del paese e, proprio per questo, lascia molto amaro in bocca il modo con il quale il confronto, se così può essere nobilitato, viene condotto.
Sembra, ad un osservatore non protagonista, che il delicatissimo tema del porto e dei servizi portuali si riduca ad una aspra battaglia personale, basata a tratti sulla difesa di principio di posizioni precostituite una volta per tutte, dimenticando che la baia di Marciana Marina è un bene prezioso di tutta la comunità , non un bene privato né a libera disposizione delle Amministrazioni di turno.
Un bene che certamente non merita di pagare irreversibili cambiali socio-economiche, paesaggistiche ed ambientali, senza che si abbia almeno avuto l'intelligente umiltà di provare a compiere passi indietro e di promuovere la progettazione di interventi sostenibili e condivisi.
Ecco, proprio la cosciente condivisione delle logiche di intervento sul porto risulta ancora il tassello mancante, non volendo annoverare, tra gli strumenti degni di essere definiti di “cosciente condivisione”, la fuorviante sceneggiata organizzata dalla Amministrazione di Ciumei, nell'ambito delle procedure di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), nel 2010 se non erro.
Il famoso “plastico” che Ciumei prende di mira, è stato , per tutti, l'unica fedele rappresentazione delle opere previste dal progetto che lo stesso Ciumei continua a difendere, una presa di coscienza collettiva, come i fatti hanno dimostrato.
A questo proposito, Ciumei ancora non vuole rendersi conto che il plastico dell'intera area portuale, o modellino come egli chiama impropriamente, è stato realizzato nel più totale e fedele rispetto dei parametri dimensionali formalizzati dai suoi stessi progettisti.
Ora, se tanto disgusto gli ha provocato, e gli provoca tuttora, quel plastico, potrebbe sforzarsi Ciumei di immaginare quale mai mega-eco-disgusto gli avrebbe causato (confido...) il progetto interamente realizzato?
Immagino, poi, che possa essere un altro errore di Ciumei da “vis polemica”, quello di assumere quale base di giustificazione economica della “sua opera” l'anomalo evento (macroscopicamente postumo, peraltro, rispetto al progetto) di fortunato picco di questa stagione nautica coviddiana, allorché una seria programmazione dovrebbe fondare su dati storici e tendenziali e non certo su un singolo fenomeno, al momento fine a se stesso.
In ogni caso, tuttavia, è oggettivamente vero che il progetto portuale approvato a maggioranza dalla Giunta Ciumei, abbia perfezionato il suo cammino procedurale con l'approvazione di tutti gli Enti interessati e, come scrive Ciumei, al momento per quanto ne posso sapere, potrebbe effettivamente andare avanti “con la redazione del progetto definitivo e la messa a gara”.
Posso solo augurarmi che un malinteso senso di coerenza e di orgoglio egoreferenziale non spinga Ciumei ad insistere, né ora né mai, su questa posizione, quanto piuttosto lo ispiri verso un diverso protagonismo ed una forma di intelligente umiltà finalizzata alla identificazione concordata di un progetto più rispettoso, sostenibile ed a misura di Marciana Marina.
Non ho intenzione, in questa sede, di affrontare temi tecnici connessi al “progetto Ciumei” (alcuni dei quali, come ad esempio la grave assenza di analisi degli effetti sulle coste delle opere a mare previste, già presi in considerazione nelle formali Osservazioni in fase di adozione/approvazione), né quelli giuridici, per mancanza sia di adeguata competenza , sia, soprattutto, di conoscenza degli atti.
Tuttavia mi sento di considerare poco utile l'enfatizzazione, da parte della corrente Amministrazione e di altri, del risultato dell'ultimo risultato delle elezioni amministrative: in quella occasione la corretta informazione ha svolto ed esaurito democraticamente il suo compito, ma, certamente, il suddetto risultato non può più essere lo strumento adeguato per contrastare tecnicamente o giuridicamente o mediaticamente il progetto a suo tempo approvato.
Infine, mi ha colpito il frequente e forse malizioso riferimento ad interessi privati.
Ovviamente non mi interessano e non ne ho conoscenza, ma non mi meraviglierebbe la loro effettiva esistenza, essendo naturali in tutti i tempi ed in tutte le società.
Preso atto di ciò, è bene ricordare che è proprio il compito principe della democrazia portare i vari, e spesso contrastanti, interessi alla luce del sole e concordare una soluzione che singolarmente li superi, o li contempli nei modi accettati, in funzione di un superiore interesse generale.
Voglio concludere ribadendo che, per quanto posso vedere, ed auspicare, ci sono esigenze ed opportunità oggettive tali affinché, in nome sempre dell'interesse comune, dei cittadini e del paese, possa essere messa in cantiere una soluzione concordata tra le varie forze politiche, le categorie ed i cittadini, abbandonando protagonismi e rigide posizioni dogmatiche, nonché progetti da stanze dei bottoni come tuttora appare: una soluzione che possa garantire duraturo sviluppo economico di settore (e non solo), rispetto dell'ambiente e del paesaggio, migliori servizi e maggiore attrattiva per il paese.
Paolo Di Pirro