Mi sono imbattuto, leggendo un'altra testata, nella nota di un "comitato" avverso alla creazione dell'Area Marina Protetta ed ho pensato che lo scritto in questione avesse come unico scopo quello di mettere una pulce (grossa probabilmente come un elefante) nelle orecchie dei lettori.
In pratica si contestava (a dir poco a mani basse) la possibilità che, anche l'isola d'Elba, si adoperasse per una tutela delle sue acque marine, nei termini previsti per il piano tutela dell'Area Marina Protetta.
Ora io posso anche capire che non tutti abbiano le stesse sensibilità e opinioni, ma mi chiedo davvero come si possa arrivare a scrivere certe frasi.
Si perché una frase come: "in nome della salvaguardia dell'ambiente ecco cosa rischiamo", scritta in evidente chiave di sberleffo nei confronti della salvaguardia ambientale, la si poteva forse pensare 50 anni fa, ma non certamente oggi dopo tutti gli evidenti cambi climatici, l'inquinamento fuori controllo, etc etc ..dovuti alla follia umana.
Non so davvero come spiegarmi questo atteggiamento violento anche "solo" nell'uso del lessico.
Vorrei ricordare allora sommessamente (ma nemmeno troppo..) a questi signori che questo mondo dove anche loro vivono, respirano e mangiano, non è "nostro" ma, come disse un Capo indiano durante una richiesta di terra per il suo popolo al governo degli Stati Uniti d'America: "La Terra su cui viviamo non l’abbiamo ereditata dai nostri padri, l’abbiamo presa in prestito dai nostri figli".
La traduzione necessariamente facilitata per questi signori che non riescono a guardare oltre il loro naso, potrebbe essere quella che la Terra, che oggi abbiamo preso in prestito dalle generazioni future, è un complesso sistema relazionale la cui vita è il risultato di milioni e milioni di anni di evoluzione biologica e di scambi sinergici, di errori e di momentanei successi. Un lungo avvicendamento insomma di molecole e cellule, di energia e materia, il cui segreto e la cui forza poggia sulla ricchezza della biodiversità, di cui l’uomo è solo una delle molteplici possibilità.
Ecco io con questo mio sfogo ci ho provato almeno a dirglielo ma non sono affatto sicuro che il messaggio potrà essere recepito nella giusta direzione. Purtroppo so bene che egoismo, ottusità ed ignoranza formano una barriera incrollabile nella testa di qualcuno. So anche però che se non facciamo sentire anche la nostra di voce, il loro modo di esprimersi, che con ogni evidenza si rifà al business, ci sommergerà completamente.
Ecco allora che anche io voglio far sentire la mia di voce. Del resto sono costretto a farlo perché ho una figlia di soli nove anni e vorrei continuare a credere e sperare che anche lei un giorno potrà avere il mio stesso piacere nel guidare i suoi di figli alla scoperta del "nostro" bellissimo mare.
Marco Cesareo