“Era il 1993 quando, presso l’areoclub di Grosseto, conseguivo il brevetto di pilota d’aereo. Ricordo ancora il mio primo volo, da Marina di Campo a Firenze, per accompagnare Emilio Bardi e Giovanni Taglione. In circa 12 anni, al comando di vari aerei, ho sommato circa 500 ore di volo. Una delle piste più frequentate era quella di Peretola a Firenze, una pista non certo amata dai piloti per la sua ubicazione cittadina e per l’autostrada che le corre in parallelo. Gli anni peró passano e intanto entra in produzione il BAe 146-200 Avro rj85, detto “Jumbolino”, con una capacità di 80 passeggeri più piloti ed equipaggio. Comincia a essere utilizzato per le medie tratte a livello europeo e vista la grande versalità, il Jumbolino cominciò a volare sempre di più nei medio/corto raggi, andando a collegare internamente l’Europa. Lo scomodo areoporto di Firenze così rientra, grazie alle dimensioni modeste del Jumbolino, a entrare nelle tratte che collegano le maggiori città e mete turistiche europee. Le compagnie di volo investono su questo modello concepito per atterrare e decollare in piste corte: infatti, esso conta una corsa al decollo di circa 1000/1300 metri, ( misure di sicurezza comprese ) e 1100 per l’atterraggio. Con la sua velocità massima di 894 km, ed un raggio di 2909 km, il Jumbolino ha cambiato radicalmente la realtà dello scalo fiorentino. Detto ció, come non pensare al nostro locale scalo elbano, che nei nostri più frizzanti sogni potrebbe essere collegato con questo mezzo direttamente con Londra, Francoforte, Parigi, Zurigo e tante altre mete.
A tal proposito, occorre quindi fare una riflessione sulle recenti e, lasciatemelo dire, un poco inavvertite affermazioni del Sindaco di Marina di Campo, che sostiene che l’aumento del traffico aereo sull’Elba disturberebbe la quite del Paese che amministra.
Necessario, a questo punto, un breve tour immaginario: a Gibilterra, si atterra su una via solitamente attraversata da auto in centro Città, che in caso di atterraggio o decollo viene chiusa da due sbarre simile a un passaggio a livello. A Milano si atterra a Linate, aereporto all’interno della città. A San Marten, ai Caraibi, l’areoporto si trova sulla spiaggia. A Malta, così come nelle piccole isole greche la situazione è la medesima. Cosa accomuna tutti questi posti rapidamente elencati? Nulla, al di fuori della strettissima vicinanza ai centri urbani, ben più grandi di Marina di Campo. Veniamo dunque ai numeri, prendendo in esame le Baleari, cugine spagnole dell’Arcipelago Toscano, che con temperature medie del tutto simili alle nostre rappresentano un valido confronto: Minorca conta 1 milione e 700mila passeggeri all’anno, Ibiza 4milioni, Palma di Maiorca 15milioni. Qualcuno dirà: “si ma sono le Baleari”. Pure loro peró hanno i loro amministratori, nati con una testa, due gambe e due braccia, dunque non hanno avuto condizioni migliori alle nostre, ma solo la capacità di dotare di tutte quelle infrastrutture necessarie le loro zone turistiche. Nel 2021, la risoluzione del trasporto aereo all’Elba rimane un miraggio, come un miraggio rimangono altre problematiche tipo i porti turistici,(i centinaia posti barca realizzati a Piombino ma non all’Elba lasciano davvero l’amaro in bocca).
Palma di Maiorca, 10 volte più grande dell’Elba, è dotata di una ciclabile che ne percorre il perimetro, ospitando durante il periodo invernale sportivi professionisti e non provenienti da tutta Europa, che raggiungono l’isola per la preparazione atletica o semplicemente per passare un weekend lungo con la bici in natura, dimostrando che un turismo fuori stagione esiste, va solamente attratto.
Certo, al nostro aereoporto occorrerebbero opere di adeguamento della pista, e dei piazzali, ma non opere impossibili, dato che la pista per ospitare il Jumbolino andrebbe allungata si e no di 100/150 metri, allargata di pochi e corredata dell’ILS, cioè della strumentazione per l’atterraggio elettronico, richiesto dalle maggiori compagnie di volo.
I trasporti per l’impresa turistica hanno la stessa funzione delle fondamenta nella realizzazione di una casa, che non può essere costruita partendo dal tetto. Gli imprenditori dell’Elba meritano una nuova realtà, che dia la possibilità di migliorarsi. Da anni viviamo stagioni limitate a 3/4 mesi di lavoro e la bassa stagione è praticamente inesistente. Se vogliamo proporre l’Elba a livello Internazionale e concedergli di poter confrontarsi con i Paesi competitor, possiamo solo contare su una struttura aereoportuale che abbia un senso. Questa ingiustificabile situazione non vede responsabili i soli politici che si sono alternati per decenni nelle amministrazioni dei Comuni Elbani e alla Regione, ma anche i cittadini elbani stessi. Basti pensare al referendum per il Comune Unico, dove la maggioranza ha votato con parere contrario perdendo così una eventuale maggior rilevanza a livello regionale.
Le fesserie scritte dal Sindaco Montauti, ne sono l'emblema. Siamo tutti sulla stessa barca, e tutti dobbiamo migliorare nella mentalità e nel pretendere di vivere orgogliosi della nostra Isola. Se davvero vogliamo crescere, è l’ora di aprire gli occhi e uscire mentalemente dai limiti de “La Pila” o del “Filetto”, ma dobbiamo farlo tutti e tutti insieme. In conclusione, un’ultima considerazione sull’attuale continuità territoriale, di più eventuale rapido miglioramento. La tratta per Pisa risulta veramente inutile vista l’esigua distanza e il volo parte e torna vuoto. A questo punto, non sarebbe meglio impegnare le risorse per potenziare i voli con Milano, dove daremmo una opportunità alle tante persone che, residenti in Lombardia, all’Elba sono proprietari di seconde case? Oppure con Roma, andando ad utilizzare il volo come “navetta” per coincidenze europee?”
Riccardo e Giacomo Gasparri