Le elezioni del 2018 sono state vinte dal M5S, che ottenne la maggioranza relativa di 223 deputati alla Camera e 112 al Senato. Il movimento ha governato prima con la lega e poi con il centro sinistra. Prossimamente governerà con Super Mario, in un Governissimo “ al di sopra delle parti per il bene supremo dell'Italia, per le inevitabili scadenze che attendono la nazione (invito e monito del Presidente Mattarella a tutte le forze politiche).
Sono stati ed ancora saranno anni di gestione travagliatissima, anche per l'emergenza di criticità nazionali (ponte di Genova) e soprattutto per la pandemia (Covid19) ed il lavoro. Questi percorsi politici governativi antitetici hanno causato la fuoriuscita dal Movimento di circa il 15 % dei suoi parlamentari (poco meno di 50/335) e di una perdita di consenso elettorale superiore al 50%.
Così si è consumata in questi anni una scissione di fatto, prevedibile, inevitabile ed ancora in essere. Gli “stati generali” hanno evidenziato anime inconciliabili all'interno del Movimento: la sinistra con il centro sinistra e la destra con Salvini-Meloni ed i neodemocristiani con Renzi ed i centristi.
Il Movimento è stato un esempio di capacità di mediazione e di compromesso per tutti i partiti. Chi ancora blatera di incompetenza e di approssimazione sono i mezzi busti dei salotti TV e gli esuli erranti di Forza Italia, i sottoculturati di Salvini della “lega Italia Sovranista di... prima gli Italiani”, la destra di Meloni-Rauti patrioti delle periferie culturali e delle curve sud, i seguaci del duo Renzi-Boschi, alligatori (d'Arno) della politica italiana.
L'esecutivo Draghi è il terzo ed ultimo governo di questa legislatura che si tramuterà del deprofundis per il primo leader politico ad invocare Draghi presidente del Consiglio (Il cazzaro verde) e per l'ultimo il responsabile della caduta del governo (il bomba di Rignano) del galantuomo Conte 2 , provocando una spaccatura dell'elettorato della Meloni-Rauti ed in tutto lo schieramento del centro-destra. A volte i desideri si avverano come un contrappasso:
Draghi e prima gli Italiani, per l'assegnazione di un budget record di fondi europei (recovery fund); prima “Matrigna” oggi l'Europa è diventata una “sorella maggiore vigile e premurosa” con l'addio per i beceri sovranisti!
Ora il Movimento è ancora chiamato ad un atto estremo di disponibilità, non solo per l'attuale prossimo Governo Draghi ma anche per i numerosi ed importanti appuntamenti elettorali in autunno (la regione Calabria, oltre 1000 comuni con tanti capoluoghi e nelle città di Bologna, Latina, Milano, Napoli, Novara, Ravenna, Rimini, Roma, Salerno, Torino e Trieste con più di 100.000 abitanti). Insomma il 2021 è già un anno elettorale e come elettore ed attivista del M5S spero (ma dispero !) che il Movimento entri a pieno titolo del Governo.
Come elettore ed attivista del Movimento non leggo i post troppo lunghi di Di Battista e nemmeno quelli personalistici degli scontenti dell'ala ortodossa dei “non governativi. Quest'ultimi (esempio Casaleggio) si ostinano a sottolineare la poca coerenza delle politiche governative con i principi del M5S, ma misconoscono lo statuto del Movimento e le nuove proposte di modifica degli Stati Generali, caratterizzate da poca trasparenza, da democrazia interna asfittica e di tipo oligarchico-piramidale. Come attivista mi considero iscritto di fatto ad un partito politico.
La base territoriale del M5S ancora non ha un volto ed è attualmente sostituita con criticità dalle assemblee mediatiche/Stati generali) e dalle consultazioni in rete di un paio di decine di migliaia di attivisti iscritti a Rousseau ( ome lo scrivente). Come ex Grillini siamo consapevoli che la coerenza si modifica con il contesto, come le idee ed i principi con le necessità dei tempi:
dietro le quinte la trasparenza, l'acqua pubblica ed i rifiuti ed il futuro ministero della transazione ecologica e sul palcoscenico in primo piano l'onestà, le politiche statali (sanità, giustizia ed istruzione) e quelle della dignità del lavoro. Oggi il Movimento deve essere anche un sindacato dei diritti costituzionali di una moltitudine.
Claudio Coscarella, attivista del M5S