Quello che succede in Italia poi si verifica nel resto del continente. Siamo l’avanguardia dell’Europa. Il fascismo negli anni 20-30 del XX secolo, il populismo, le crisi migratorie, fino alla pandemia di Covid-19 nel 2020, quando siamo diventati il grande malato d’Occidente. Il nostro è il Paese che vive un passo avanti agli altri Paesi europei, possiamo definirci un modello geopolitico nel bene e nel male.
L’Italia si estende per 1.300 km, dalle Alpi alla Sicilia. Abbiamo circa 60milioni di abitanti, e siamo un Paese densamente abitato con 200 abitanti per km2. Il cuore della nostra identità sono le città. Ci sono due capitali: Roma per gli aspetti politici e religiosi con il Vaticano e Milano per l’economia. Più tre ex capitali di regni, Napoli, Torino, Palermo, e molte città mercantili medievali come Venezia, Genova, Pisa, Firenze e Amalfi. Infine, 160 città di medie dimensioni molto attive da 30 a 200mila abitanti. Siamo uno Stato decentralizzato, con 20 regioni di cui 5 autonome e 80 provincie, risultato della tardiva unità del Paese, del rifiuto del centralismo dell’Italia fascista e del tradizionale contrasto tra Nord e Sud. Una contrapposizione geopolitica tra il ricco Nord e il Sud con uno sviluppo più lento, il Mezzogiorno. A questa dicotomia, dagli anni ’80 si evidenzia una terza Italia, dinamica, al Centro.
La pandemia ha colpito in modo disomogeneo le tre Italie. Il Nord rappresenta il 46% della popolazione con il 55% del PIL. Ma è la potente Lombardia ad essere colpita. Nonostante i suoi ospedali di prima categoria, paga il prezzo della perfetta integrazione nell’Unione Europea e della globalizzazione, con una popolazione anziana, per questi motivi, conterà il maggior numero di vittime del virus. Uno shock per questa regione, motore del primo “miracolo economico” degli anni 1955-1965 attorno al triangolo che collega il porto di Genova e la sua industria siderurgica, il centro finanziario di Milano, ricco della sua Borsa e dei grandi gruppi privati e infine Torino, sede della Fiat. Al contrario la pandemia ha avuto scarso impatto al Sud, dove vive il 34% della popolazione con il 23% del PIL. Il Sud produce meno di un quarto del PIL italiano, il 10% delle esportazioni e rappresenta il 18% dei posti di lavoro nell’industria, ma concentra quasi tre quarti dei poveri e sei disoccupati su dieci. Il PIL pro-capite della Campania è la metà di quello della Lombardia. Allora, perché il Sud è stato risparmiato dal Covid-19? Perché sembra che la pandemia sia stata bloccata con successo a livello della cosiddetta “Terza Italia”, ossia l’Italia del Centro. Con i suoi piccoli centri e le imprese ad alto valore aggiunto, questa Italia rappresenta il 20% della popolazione e del PIL. In Italia abbiamo vissuto prima dei nostri vicini la crisi da Covid-19.
Il populismo. Dopo la sconfitta del fascismo nel 1945 e l’inizio della Guerra fredda, scegliamo l’atlantismo, la NATO. Diventiamo uno Stato europeista, politicamente ed economicamente. De Gasperi sarà uno dei padri fondatori dell’Europa, insieme al francese Schuman e al tedesco Adenauer. All’inizio degli anni ’80 il bipartitismo Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano esplode dopo le inchieste anticorruzione “Mani Pulite”. Silvio Berlusconi, imprenditore e pubblicitario, si impone con il partito Forza Italia, famosa la sua frase: “Solo io so che cosa vuole il popolo”. Ma verrà presto superato da un altro modello populista, quello della Lega Nord. Regionalista, sogna una Padania indipendente, opposta al Sud e a Roma “ladrona”. Nel 2017, il suo nuovo leader, Matteo Salvini, la trasforma in una Lega nazionale, eurofoba e xenofoba, un modello che ispirerà le estreme destre europee. Un altro movimento populista, i 5 Stelle, fondato nel 2009 dal comico Beppe Grillo. I 5 Stelle sono molto attivi sui social network, anti-elittari, ecologisti.
I migranti. La questione migranti, un altro problema che affrontiamo per primi in Europa. L’isola di Lampedusa, a 130 km dalle coste tunisine. Dal 2015, uno degli hotspot europei di migranti in Italia. Siamo in prima linea in questa crisi che scuoterà il continente con l’arrivo, tra il 2014 e il 2016, di circa 170mila migranti l’anno. Facciamo fatica ad accettare il passaggio da Paese di emigrazione a Paese di immigrazione. Ma siamo a corto di manodopera agricola o impiegati domestici, per questo regolarizziamo migliaia di lavoratori stranieri. Dobbiamo compensare il crollo del tasso di natalità a partire dagli anni Settanta. Sceso a 1,18 figli per donna nel 1995, malgrado la forte presenza culturale del cattolicesimo, il tasso di fertilità è solo aumentato leggermente da allora. Resta da 20anni il più basso dell’Unione Europea, soprattutto al Sud. Più di 1 italiano su 5 ha più di 65anni, questo incide pesantemente sulla spesa sociale ed è una delle cause dell’aumento di mortalità per il Covid-19.
Nonostante ciò, l’Italia rimane una delle pedine fondamentali nella scacchiera internazionale, soprattutto sul piano militare. Le nostre basi sono importanti per la NATO, il nostro esercito ben equipaggiato ed addestrato è intervenuto nella guerra del Golfo, nei Balcani, in Afghanistan, in Iraq, Somalia e Libia. Sul piano diplomatico abbiamo sorpreso tutti diventando il primo membro del G7 ad aderire alle vie della seta cinese. Siamo il terzo Paese europeo in termini di investimento cinesi, dopo Gran Bretagna e Germania. Pechino è fortemente interessata ai porti di Trieste e Genova.
L’Italia è il più bel Paese europeo, con le sue ricchezze paesaggistiche, storiche e patrimoniali, un simbolo della cultura europea. Ogni anno, dati del 2019, 92milioni di turisti visitavano il Bel Paese, che rappresenta il 13% del PIL, crollato con la crisi del coronavirus.
In conclusione, l’Italia avanguardia europea nel bene e nel male, banco di prova di nuove soluzioni politico-sociali, che anticipa le tendenze che poi si affermano nel resto d’Europa.
Enzo Sossi