Il Recovery Plan rappresenta per l’Italia il Piano Marshall per la ripartenza, la ricostruzione di un’Italia nuova, più equa e solidale, più attenta ai cambiamenti climatici e dove l’ascensore sociale riprenda a funzionare, dove il merito e non la raccomandazione permetta ai nostri giovani di trovare lavoro, dove non vogliamo assistere alla fuga dei cervelli perché nel nostro Paese domina il nepotismo e nelle università il baronismo e vengono favoriti i figli, i figli dei figli, gli amici, i figli degli amici, gli amici degli amici...
Oltre 200 miliardi di euro e, sorge spontanea la domanda: li sapremo spendere bene e soprattutto saremo in grado di non farceli rubare dalle organizzazioni criminali mafiose, camorriste, ‘ndraghetiste, che nel nostro Paese vivono e si arricchiscono sulla pelle e sulle spalle degli italiani?
Questo è il vero pericolo che corre il nostro Paese, messo in ginocchio sia nella sanità che in economia, dal oltre un anno di pandemia di Covid-19 gestita in maniera insufficiente dal passato governo.
Già abbiamo visto molti avvoltoi aggirarsi assetati di sangue (denaro) su contratti miliardari di mascherine tarocche o su banchi a rotelle girevoli pagati a peso d’oro e adesso utili solo negli autoscontri delle fiere di paese. O di altri, di caratura criminale, gettarsi famelici come un branco di iene su aziende in crisi da non lavoro e sommerse da debiti, per acquistarle con un tozzo di pane.
Figuriamoci di fronte all’arrivo di oltre 200 miliardi di euro. Una valanga di denaro che deve avere un’unica destinazione: quella di risollevare, di permettere al Paese di ripartire e garantendo il futuro alle nuove generazioni di quei giovani ora costretti alla didattica a distanza.
Adesso, finalmente, abbiamo un Governo di persone estremamente qualificate, guidate da un civil servant come Mario Draghi, che ci faranno avere i denari europei, ma è indispensabile si faccia qualcosa che possa scoraggiare, il più possibile, l’attività della criminalità organizzata su questo fronte.
Siamo in guerra contro il Covid-19. Il coprifuoco che affrontiamo da oltre un anno è o non è una misura da tempi di guerra? E i vari lockdown sono o non sono misure straordinarie in tempi straordinari? Ed allora se siamo in guerra perché non usare anche la giustizia dei tempi di guerra. Servirebbe una legge che in tutto il periodo storico che stiamo vivendo prevedesse pene severe per i reati che riguardano le ruberie dei denari europei.
Siamo un Paese tradizionalmente garantista e la macchina della giustizia ha diversi problemi tra cui, ma non solo, i tempi biblici delle sentenze. Siamo il Paese delle mafie, delle camorre, delle ‘ndranghete, delle sacre corone unite, fatta da gente tossica per la società e che diventa molto, molto difficile considerare… normali. Persone che sicuramente non si spaventano per pene che, sia per il corruttore che per il corrotto, non superano, in alcuni casi, i 3 anni. Gente abituata a delinquere, nata, cresciuta, educata alla criminalità, provvista di fondi illimitati, derivanti da traffici internazionali di droghe, prostituzione anche minorile, tratta di donne e bambini in alcuni casi per espianto di organi, abituati a considerare i politici e gli amministratori pubblici loro servitori: denaro o piombo?, e si sa in Italia tutti abbiamo famiglia.
Una giustizia eccezionale da tempo di guerra per impedire la ruberia dei denari europei, per far sì di essere un Paese normale, dove la situazione diventerebbe molto, molto diversa e ci sarebbe molta più gente pronta a riflettere bene prima di avventurarsi in alchimie corruttive.
Una proposta troppo azzardata, da Repubblica delle banane, da dittature sudamericane? Sbagliata? Campata in aria? Inutile? Chissà…
Certo, che adesso, delle attuali misure penali gli uomini e le donne delle criminalità presenti nel nostro Paese, non hanno alcun timore, anche perché, in questo caso, sul tavolo ci sarà una gigantesca montagna di denaro. Peccato che quel denaro, se ben speso porterà il nostro Paese di ripartire verso un nuovo rinascimento, se mal speso o peggio rubato ci precipiterà in un girone dantesco, dove sarà difficile vedere la luce alla fine del tunnel e gli unici a festeggiare saranno i mafiosi, i camorristi, i ‘ndraghetisti, le mafie italiche… mentre il Paese piano piano affonda…
Sono un garantista e non amo il tintinnar delle manette, ma in tempi di guerra…
Enzo Sossi