Da una dozzina d'anni attivi sul territorio del borgo, diviso (solo sulla carta) tra i Comuni di Portoferraio e Rio, i volontari e le volontarie degli 'Amici di Bagnaia' sono un esempio di quella Cittadinanza Attiva indispensabile per la manutenzione dei territori là dove le Amministrazioni pubbliche faticano ad arrivare: se qui abitiamo ce ne prendiamo cura, insomma. E così è da moltissimi anni: dalla pulizia della spiaggia alla cura delle fioriere, dai suggerimenti ai Comuni (es. la ZTL estiva a ridosso dell'area balneare) all'animazione. Un presidio insomma, per migliorare la vita di tutti, residenti e turisti, con una evidente ricaduta positiva sull'economia locale.
La convinzione che fosse un ruolo riconosciuto si è infranta contro la recente decisione del Comune di Rio di assegnare - tramite gara - una struttura demaniale sulla spiaggia, da anni abbandonata, ad una attività economica proveniente da altro contesto anziché a chi, come gli Amici di Bagnaia, aveva partecipato al bando elencando tutti i servizi pubblici essenziali (oggi mancanti) che vi avrebbe realizzato, riqualificando così la spiaggia a proprie spese: servizi igienici anche per disabili e docce, locale di primo soccorso con defibrillatore, magazzino per liberare la spiaggia da barchini ed attrezzature varie, locale informativo sulle attività locali.
Il giudizio negativo che traspare dalle parole dei volontari è quello di aver predisposto un bando che anziché essere impostato sull'interesse pubblico implicito nelle stesse parole (demos-popolo/demanio) apre anzi le porte ad un possibile peggioramento delle condizioni di vivibilità della stessa spiaggia a vantaggio di una singola attività commerciale: basti pensare, viene citato a mò di esempio, che l'attività subacquea aggiudicataria prevede l'utilizzo di due barche di 7,5 mt in una zona di mare e con un pontile già sovraffollati, con 35 bombole di ossigeno che vengono riempite con un compressore situato a pochi metri da chi sta prendendo il sole o gioca sulla spiaggia; un macchinario molto rumoroso che, viene fatto notare, sarà in funzione per parecchie ore al giorno e della sera a neanche dieci metri dalle abitazioni e dal parco giochi.
In sostanza si prevede un braccio di ferro che, in assenza di un annullamento in autotutela dell'atto del Comune, prenderà inevitabilmente la strada di un ricorso al TAR.
Laddove da tempo mancano infrastrutture (carenza di parcheggi, difficoltà di approvvigionamento idrico, problemi di viabilità, stato generale di degrado delle aree adiacenti l’arenile) "ci si domanda come è possibile che la riqualificazione del territorio, l’ottimizzazione degli spazi e dei servizi, che l’Amministrazione comunale dice di voler perseguire, si traduca invece in un oggettivo sfruttamento commerciale intensivo dell’area demaniale con un degrado della vivibilità e dei servizi già esistenti".
CR