In merito alle considerazioni relative all’intervento sulla SP 26 in località il Piano, apparse sulla stampa, la Provincia puntualizza quanto segue.
La situazione, che appare assai complessa, è stata affrontata dall’Amministrazione Provinciale con tutte le cautele del caso, effettuando indagini e analisi di vario livello, sia superficiali che in profondità, volte a raccogliere il maggior numero di informazioni possibile, al fine di pianificare gli interventi di messa in sicurezza e ottimizzare le risorse.
Oltre a fornire un quadro conoscitivo, tali rilevazioni sono necessarie anche per il rispetto delle normative vigenti. Le indagini sismiche, infatti, sono indispensabili per il deposito delle opere al Genio Civile, cosa dalla quale ovviamente l’Amministrazione Provinciale non può prescindere.
Per la messa in sicurezza, inoltre, essendo il tratto soggetto a questo fenomeno particolarmente esteso (superiore a 350 m), le risorse necessarie sarebbero ben altre ma, grazie alle indagini svolte, si è operato una progettazione che intervenisse e ponesse in sicurezza la zona che attualmente risulta maggiormente soggetta a nuovi episodi.
È altresì ovvio che la situazione in atto richieda ulteriori approfondimenti volti, contrariamente a quello che si sostiene, ad ottimizzare le risorse e non a impoverirle.
Occorre avere sempre presente, è bene ricordarlo, che si ha a che fare con fenomeni localizzati e difficilmente individuabili proprio per la particolare natura del sottosuolo (l’ultimo sprofondamento ha dimensioni in pianta molto ridotte, inferiori a 2 m di diametro).
Soluzioni che prevedano il rifacimento dell’intero tratto della sede stradale con impalcati, jet gruotin, o altro sarebbero, oltre che molto costose, anche onerose dal punto di vista dei tempi di intervento.
Non è escluso che si debba arrivare a tali interventi, ma, proprio per l’esiguità delle risorse l’Ente Pubblico ha il dovere di verificare la possibilità di ricorrere a soluzioni meno onerose: è questo il senso delle indagini e degli ulteriori approfondimenti.
Inoltre, a giudizio dei tecnici interpellati, è completamente fuori luogo il trasferimento dei carichi in profondità, proprio laddove si sviluppano la maggior parte delle cavità. Anche l’affermazione circa la possibilità di “eseguire i pali decidendone la profondità durante la loro esecuzione”, è di fatto del tutto contraria alla corretta gestione e pianificazione di un appalto, per il quale esistono regole di definizione che devono sempre essere rispettate.
Si specifica, infine, che al momento, logicamente, non è stato effettuato nessun getto di cemento all’interno delle cavità, né si prevede di farlo, proprio perché questo sarebbe molto dispendioso e, fondamentalmente, inutile; gli unici getti effettuati sono proprio quelli che costituiscono l’impalcato che scavalca la voragine verificatasi a gennaio scorso, mentre altri possibili getti saranno volti esclusivamente al consolidamento dei riempimenti superficiali, evitando qualsiasi interferenza con le falde individuate (proprio grazie alle indagini) nella zona di intervento.
Come concordato con il sindaco di Rio Marina, la campagna di rilevazioni georadar inizierà il prossimo giovedi. Se gli esiti saranno positivi dall’inizio della prossima settimana sarà possibile fornire informazioni più precise in merito alla riapertura della strada.