In riferimento al recente annuncio della firma del protocollo di intesa tra l’Amministrazione comunale di Portoferraio e la CNA in merito al progetto di sviluppo socio-economico della città, ci preme evidenziare alcune considerazioni.
Abbiamo avuto assicurazioni, sia da parte di CNA, sia del Comune, che la nuova progettazione avrà la massima condivisione con le forze sociali e l’opinione pubblica. Dopo l’inutile, quanto dissennata, trasformazione della Gattaia, stiamo assistendo attoniti, nel completo silenzio delle istituzioni competenti, all’evoluzione “futuristica” della collinetta Saint Cloud, ultimo baluardo di verde affacciato sul porto. Eppure, secondo quanto riportato sul Regolamento Urbanistico del 2018, aggiornato in peggio dalla Giunta Ferrari, all’art. 30, tutto il centro storico era rimasto invariante strutturale; ma è “sfortunatamente scomparsa” la norma che prevedeva anche il porto commerciale fosse invariante strutturale.
Non avremmo mai potuto immaginare che si potesse andare a stravolgere, con una colata di cemento a mare, un luogo nelle immediate adiacenze di un’invariante... e la Darsena nessuno può negare che lo sia.
Nello stesso allegato normativo si può leggere l’immodificabilità della collinetta del Forte Saint Cloud all’art. 1.5 (“interventi ammessi sull’area del parco sono restauro delle parti ancora esistenti del forte e restauro e rifunzionalizzazione delle gallerie originarie ancora esistenti o realizzate nella prima metà del XX secolo da Enel”).
Oggi, sulla falsariga della colata di cemento per la scalinata in costruzione sulla collinetta Saint Cloud, in mancanza di una progettualità rispettosa dell’ambiente, possiamo improvvisamente godere anche dei nuovi arredi, sempre in cemento, forniti dall’Autorità Portuale.
Crediamo che sia tempo di fermare questi continui scempi.
A proposito di Autorità di Sistema Portuale ricordiamo che, nonostante la netta bocciatura del 2007, da parte del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, è stato ripresentato il Progetto di Adeguamento Tecnico Funzionale (ATF) per:
1. il prolungamento del molo Alto Fondale con un ampliamento di circa 1500 m2;
2. l’ampliamento della radice del pontile n. 1 lato sud con un piazzale retro banchina per circa 1600 m2.
Su questo argomento ci preme evidenziare che ci sono tutti gli elementi affinchè l’Amministrazione Comunale di Portoferraio, prima di avallare questo nuovo errore, approfitti del prossimo triennio per impostare il nuovo Piano Regolatore Portuale (PRP).
Questi elementi si possono trovare approfondendo il tema:
La fondatezza di un adeguamento tecnico funzionale è oggetto di verifica e può essere rigettata laddove la proposta di modifica viene ritenuta “sostanziale”. Detta verifica è eseguita sulla base di idonea documentazione tecnica alla quale deve essere anche correlata una testimonianza della “incidenza” ambientale; sulla base dell’entità di quest’ultima può risultare necessaria una verifica ambientale. Qualora sia ritenuto opportuno verificare la significatività della modifica dal punto di vista ambientale lo strumento da applicare è la verifica di assoggettabilità a VIA sul progetto di opera sotteso dall’ATF. Dunque l’ATF è uno strumento da utilizzare caso per caso. Ciò detto viene naturale domandarsi come si possa portare avanti una proposta di adeguamento tecnico funzionale riferita ad un Piano Regolatore Portuale che risale a circa 60 anni fa.
Peraltro, già nel 2007 il Consiglio superiore dei lavori pubblici aveva evidenziato “che il vigente P.R.P. di Portoferraio risale al lontano 1959” e che la “vetustà del vigente P.R.P. unitamente al notevole aumento del traffico RO-RO di autoveicoli e merci, nonché passeggeri, imporrebbe una revisione generale del vigente Piano, per renderlo più adeguato alla nuova realtà”.
Il Consesso aveva osservato che lo “strumento più idoneo per ottenere ciò, come previsto dalla vigente normativa, sarebbe una variante di P.R.P. e non una serie di adeguamenti tecnico- funzionali che inevitabilmente portano a considerare aspetti limitati della funzionalità e dell’urbanistica portuale, tenuto anche conto dell’esistente tessuto urbano particolarmente delicato e complesso.” In buona sostanza, il Consiglio superiore dei lavori pubblici aveva richiamato l’attenzione sulla necessità di rimettere mano al P.R.P. e quindi di aggiornarlo ed adeguarlo alle nuove esigenze e realtà del territorio.
Dal voto del Consiglio Superiore sono trascorsi 14 anni: appare pertanto evidente che l’aggiornamento della pianificazione è divenuto assolutamente indispensabile. Non si può fare a meno di tener conto dell’attuale vocazione dell’Isola, dell’effettivo impatto che determinate scelte possono produrre (che finora hanno prodotto) sul territorio e sull’ambiente. L’auspicio è individuare soluzioni alternative, da mettere a confronto, attraverso un percorso di partecipazione e consultazione con le comunità locali, oltre che con gli altri soggetti interessati.
Pertanto è necessario che l’operazione pianificata dall’Autorità di sistema portuale Alto Tirreno con lo strumento dell’ATF venga rivista ed incanalata in un percorso trasparente e condiviso, a partire dalle comunità locali, con l’obiettivo di individuare, valutare e confrontare le possibili alternative al progetto presentato, in modo da soddisfare al meglio le esigenze e gli interessi del territorio.
E’ quindi da ritenersi necessario che l’Amministrazione Comunale di Portoferraio provveda finalmente ad iniziare l’iter progettuale del nuovo PRP, unica soluzione perseguibile. In un’ottica di sviluppo socio-economico, così come sembrano traguardare le intenzioni palesate dall’Amministrazione, tale percorso andrebbe a scongiurare il rischio di continuare con una serie di adeguamenti tecnico-funzionali provvisori che inevitabilmente portano a considerare aspetti limitati della funzionalità e dell’urbanistica portuale, penalizzando l’esistente tessuto urbano e storico particolarmente delicato e già fortemente compromesso.
Italia Nostra - Sezione Arcipelago Toscano