Stato di agitazione annuale per la piatta isola con la temuta riapertura del carcere che ha segnato il destino dello scoglio di 10 kmq per 140 anni, ma Luigi Pagano vice del Dap (dipartimento amministrazione penitenziaria) getta acqua sul fuoco, specificando che non c'è da temere una nuova invasione di carcerati sull'isola, ma è in atto solo il progetto di formazione dei detenuti art 21, che poterà a rianimare in parte il paese isolano. Si tratta di un piano avviato dalla Coop sociale San Giacono, che rivitalizzerà la Pianosa, per ora frequentabile solo con il turismo estivo contingentato. Quindi mentre autorevoli personaggi si affannano in ipotesi di arrivo di 500 detenuti nell'ex
supercarcere, ecco cosa sta marciando in concreto, come ben sa Brunello De Batte (nella foto), dirigente della cooperativa che gestisce anche il bar ristorante dell'isola e l'albergo Milena Briano.
"Noi abbiamo avviato una reale possibilità di recupero di vita sull'isola,-dice De Batte- ma in modo contenuto, con uno specifico progetto già approvato da organismi competenti. La nostra coop ha presentato, con l'approvazione del Comune di Campo dell'Elba, un piano
che prende il via con gradualità, puntando entro l'anno a far vivere sullo scoglio 40 detenuti art.21, che poi a regime dovranno essere raddoppiati".
Quattro gli scopi del progetto, andare oltre il turismo contingentato estivo, formare nel tempo fino a 80 detenuti prossimi alla libertà, creare lavoro per decine di docenti e avviare un recupero di parte del patrimonio edilizio che va in rovina.
De Batte sa che la formazione professionale sarà rivolta ai settori di agricoltura, edilizia e turismo e con i docenti e altro personale si
arriverebbe ad avere 120 persone sull'isola in modo stabile e con tale nuova vita sarebbe necessario il recupero di immobili del paese, con relative infrastrutture, servizi igienici, e in prospettiva potrebbe essere rilanciato il settore agro-pastorale, nonché nuove forme di turismo eco-ambientale, visto che esiste l'albergo. Un piano da 1 milione e 400 mila euro circa, che riesce a recuperare i detenuti alla vita sociale, viene creato lavoro e quindi il luogo dove fu assassinato Agrippa sarebbe senza dubbio rivitalizzato dopo anni di abbandono.