Ho atteso che qualche giorno passasse dopo le affermazioni del ministro Cingolani. Da quel che ne sapevo dai giornali si trattava di dichiarazioni fatte online, forse affrettate, ad una scuola di formazione di un partito piuttosto effimero senza una collocazione non dico precisa ma nemmeno intuibile, un partito fantasma che, gratta un pochino, è fatto da un solo iscritto, l’ex Presidente del Consiglio Matteo Qualcosa, ma sì coso... quello che aveva liofilizzato il PD (per la verità non mi viene il cognome anzi, mi viene Salvini ma non è lui).
(mi viene Salvini per il bombardamento mediatico). Insomma, ho pensato che il Ministro chiarisse, rettificasse.
I giorni passano, il Ministro non chiarisce e io tendo a dimenticarmi, passo ad altre cose e allora è meglio mettere nero su bianco. Se il Ministro dell’Agricoltura, un bel giorno, magari svegliatosi male o troppo bene, dicesse (e si facesse sentire) che i contadini sono un grande problema delle nostre campagne ognuno di noi, o almeno molti di noi, penserebbe che ha bevuto qualche pozione stregata o che è affetto da un problema di salute (probabilmente mentale). Non vedo perché non si possa pensarlo anche del Ministro della Transizione Ecologica. Sostenere che gli ambientalisti sono parte del problema del cambiamento climatico è un po’ come dire che le banane sono dritte. Non ci crede nessuno o magari qualcuno fa finta ma non fa testo (Testa?). E, non per infierire ma per ragionare, mi permetto di rivedere un ragionamento di Mario Melloni (in arte Fortebraccio):
Bisogna stare sempre con gli ambientalisti e con quelli che si preoccupano del mondo che lasceremo alle prossime generazioni, anche quando possono non aver ragione. Non preoccupatevi, andrà in conto delle infinite volte in cui furono nel giusto e non gli venne riconosciuto.
P.S. Fortebraccio, al posto di “gli ambientalisti e con quelli che…….” diceva “i lavoratori e quelli che contano poco” ma il senso non è cambiato, sono cambiati i tempi.