A proposito di recenti accadimenti non proprio edificanti avvenuti a Portoferraio (e notare bene solo a Portoferraio, dal momento che gli altri paesi dell’Elba paiono esserne immuni) l’ultimo dei quali, in ordine temporale, è stato il ripetuto danneggiamento della cisterna a servizio della scuola del Grigolo, passando per l’incendio di autovetture in via Victor Hugo, la rissa finita anche sui social degli inizi dell’estate o il furto con scasso avvenuto nella nota tabaccheria vorremmo sottolineare alcune circostanze che, a nostro parere, ne hanno reso inevitabile il succedersi.
Il centro storico di Portoferraio, ormai ridotto ad un sito fortemente degradato, sta finendo di subire gli effetti di un fenomeno molto studiato in tutto il mondo che è noto col nome di gentrificazione.
La gentrificazione accade quando le amministrazioni civiche cessano di interessarsi ad una zona del territorio di propria competenza e la svuotano completamente di qualsiasi servizio pubblico o privato che sia.
Quando accade questo, oltre al degrado che si impadronisce della zona, non essendo più nessuno interessato a mantenerne il decoro e l’estetica oltre che la funzionalità, si verifica un sfacelo del tessuto anche sociale e cittadino che sfocia, come naturale conseguenza, in atti vandalici contro cose e, talvolta, anche persone, proliferano le risse e gli episodi di violenza legati, evidentemente, alla popolazione che è, con le dovute e numerose eccezioni, di bassissimo se non infimo livello dal momento che i ceti più alti si sono trasferiti in zone più servite e meglio amministrate.
Solitamente questi fenomeni si verificano nelle periferie perché quelle sono le zone che l’amministrazione, per ragioni anche meramente elettorali e di consenso, abbandona al proprio destino che non può essere che pessimo, come sopra descritto a grandi linee.
A Portoferraio è accaduto l’esatto contrario, la parte di territorio abbandonata ad un pessimo destino è il centro storico che è stato non solo vandalizzato dall’amministrazione stessa, con il posizionamento di osceni arredi urbani, con il consentire a chiunque di distruggere e danneggiare il prezioso basolato in marmo rosa (ad esempio in Via dell’Amore, in Via Bisdomini, in Via San Francesco, in Via del Carmine ecc. ecc.), con il permettere anche ai privati di abbandonare stabili che sono votati allo sfacelo e, in ultima analisi, anche al crollo se non si interverrà presto (qualche esempio: l’albergo in via Roma, l’arsenale delle Galeazze), ma è stato letteralmente svuotato di qualsiasi elementare servizio, dalla posta (confinata in una località difficilmente reperibile e assai difficilmente raggiungibile se non dotati di mezzi) al giornalaio (ce n’erano tre, adesso nessuno, si deve arrivare al Ponticello cioè fuori del centro storico) ai negozi di alimentari che con lo svuotamento dell’arsenale hanno definitivamente cessato di esistere. Il tutto condito dal proliferare incontrollato di strutture oscene in alluminio anodizzato, dehors e tabernacoli totalmente incompatibili con la città ideale di Cosimo e dal persistere e dall’intensificarsi di un traffico del tutto incontrollato in onore, evidentemente, alla tanto decantata transizione ecologica.
E’ facile comprendere non solo come il centro sia stato progressivamente abbandonato da chi lo abitava e lo aveva abitato per generazioni, ma come non sia assolutamente appetibile per chicchessia acquisire un immobile a scopo residenziale quando in tutto il centro storico la residenza è ormai divenuta un concetto inafferabile.
Il tutto aggravato da una gestione del verde pubblico e privato inconsistente, se non addirittura assente.
Non si tratta, è evidente, di un processo di cui rendere responsabile solo l’ultima amministrazione. E’ sotto gli occhi di tutti che si tratta di un processo che va avanti da anni. Certo farebbe sorridere, se non fosse tragico che l’amministrazione in carica sia frutto della vittoria di una lista, Cosmopoli rinasce, che con la propria inerzia non solo non fa rinascere assolutamente niente, ma che perpetuando un atteggiamento ormai incancrenito da tempo, sta facendo definitivamente defungere proprio Cosmopoli che certo non è Via Carducci o l’Albereto, ma esattamente il centro storico.
Associazione "Responsabilità in Comune"