La Toscana aggiorna l’assetto della rete regionale clinica dell’Ictus. Nell’ultima seduta di giunta, su proposta di delibera dell’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, sono state approvate le nuove Linee di indirizzo regionali 2021, che introducono un nuovo modello organizzativo, che va a inserirsi, in piena coerenza, nell'impianto più grande delle reti tempo dipendenti della nostra regione, insieme alle emergenze cardiologiche, trauma maggiore e all’emergenza intraospedaliera.
La redazione del modello è stata curata da un gruppo tecnico che ha visto la partecipazione di numerosissimi professionisti di tutte le aziende sanitarie e ospedaliero-universitarie, della Fondazione Gabriele Monasterio e dell’Agenzia regionale di sanità (Ars).
“Il lavoro è stato portato avanti nonostante la difficile situazione pandemica - commenta Bezzini - la Rete Ictus ha continuato a lavorare per trovare soluzioni che garantissero standard di assistenza adeguati, indipendentemente dalle restrizioni del momento. Hanno lavorato tutti con grande impegno e con il consueto spirito di servizio. A tutti loro va il mio ringraziamento”.
Le novità
I principali elementi di innovazione delle linee di indirizzo vertono sugli aspetti di struttura della rete e comunicazione, sul personale e le competenze, con definizione di ruolo e composizione dello stroke team, sulla formazione, governance e monitoraggio, nonché sulle modalità operative (fase territoriale, destinazione del paziente, fase pronto soccorso, ospedali accreditati per la trombolisi endovenosa e per il trattamento endovascolare, fase acuta di degenza, modalità di hand-over e riabilitazione).
Per quanto riguarda in particolare la comunicazione e le tecnologie è raccomandata l’implementazione di sistemi informativi interoperabili, che garantiscano la comunicazione fra i professionisti con priorità a livello di area vasta e la costante funzione e tracciabilità dei flussi per una corretta valutazione degli indicatori necessari al monitoraggio delle performances della rete e del suo accreditamento. Nei principali nodi della rete è raccomandato anche l’incremento di dotazioni di neuroimmagini avanzate, in particolare TC cranio multimodale, che permettano di candidare a trattamenti tempo-dipendenti un numero sempre maggiore di casi, in coerenza con l’evidenza scientifica recentemente recepita nelle linee guida nazionali.
Il nuovo modello organizzativo ha, inoltre, una visione che non è limitata all’implementazione dei trattamenti tempo-dipendenti, ma definisce il percorso più appropriato anche per tutti i casi di ictus ischemico ed emorragico, che non hanno indicazione a tali trattamenti, ma che grazie al percorso tempo-dipendente hanno l’opportunità di accedere a una presa in carico ospedaliera più efficiente.
In questo contesto svolge un ruolo cruciale il gruppo multiprofessionale/multidisciplinare di professionisti con formazione specifica (stroke team) presente in ogni ospedale accreditato, che coordina il percorso intraospedaliero ed ha il suo fulcro di attività in specifiche aree di degenza (stroke unit/stroke area) dove viene effettuata una precoce presa in carico riabilitativa, creando così i presupposti per un corretto reinserimento domiciliare e sociale del paziente.
La Rete Ictus
La Rete Ictus è organizzata nell’ambito dei 44 ospedali che costituiscono la Rete ospedaliera toscana. Ne sono stati identificati 23, deputati a rispondere alla richiesta di trattamenti tempo-dipendenti. In aree particolarmente disagiate come l’Isola d’Elba questo tipo di accreditamento è stato raggiunto attraverso un servizio di telemedicina strutturato (telestroke). L’organizzazione è incentrata sulla pari dignità professionale di tutti gli operatori coinvolti e sull’opportunità di una loro integrazione su base non gerarchica, ma in funzione delle esigenze organizzative della rete, in relazione al diverso collocamento delle risorse.
La Rete Ictus ha prodotto immediati e importanti risultati fin dalla sua implementazione coi volumi dei trattamenti tempo-dipendenti (trombolisi endovenosa e trattamenti endovascolari), che già nel 2015 sono quasi raddoppiati rispetto al 2014, aumentando da 382 a 669. Negli anni successivi l’incremento è stato progressivo e nel 2019 ha raggiunto il numero di 1.536 trattamenti, che corrispondono al trattamento di circa il 17% dei casi di ictus ischemico attesi in Toscana, che è in linea con le migliori performance nazionali.
Durante l’emergenza pandemica, inoltre, l’adozione di un percorso protetto ha permesso di mantenere efficiente la Rete Ictus con 1.388 trattamenti effettuati nel 2020. Anche gli esiti clinici, valutati dopo tre mesi dall’ictus, hanno costantemente mostrato una riduzione di mortalità e disabilità, in coerenza con l’evidenza scientifica, determinando una favorevole ricaduta sui costi assistenziali e sociali.