Esaminando attentamente la registrazione del Convegno organizzato dal Comitato per la difesa di Lido e Mola il 22 del corrente mese a Portoferraio, se ne possono trarre, grazie alla partecipazione di eminenti esperti, elementi importanti.
Nel suo dotto intervento il prof. Francesco Cioffi ha tra l'altro elencato le motivazioni vere che hanno portato alla decisione di ubicare il dissalatore nella ormai ben nota località di Mola. Le parole esatte che risultano in tale elenco sono le seguenti: Una delle motivazioni della destinazione è data dalla " presenza del campo pozzi di Mola che consente di migliorare i trattamenti di potabilizzazione dell'acqua a valle dell'osmosi". Se c'erano dei dubbi sull'attuazione di una sventatezza del genere, ora non ce sono più. Il significato è chiaro. Il dissalatore è stato ubicato lì proprio per approfittare della presenza dei pozzi con i quali poter effettuare la rimineralizzazione (subito dopo l'osmosi) dell'acqua distillata proveniente dal dissalatore, non già seguendo le buone regole classiche che avrebbero evitato molti guai, ma invece mescolando sic et sempliciter l'acqua distillata con l'acqua dei pozzi locali.
A questo punto non c'è più alcun dubbio , la cosa è stata data per certa anche al Convegno dalla parola di uno dei grandi relatori.
A nulla servono i gravi inconvenienti che tale procedura comporterà e che sarà opportuno qui ricordare ..
Innanzitutto la messa in guardia del Prof. Francesco Aliberti, Docente di Igiene e Laboratorio Dipartimento di Biologia dell'Università Università Federico II Napoli. il quale, sempre nel convegno in parola, ha precisato l'importanza della immissione nell'acqua dissalata di elementi chimici definiti dettagliatamente nella qualità e nelle esatte percentuali pena il pericolo di future e gravi malattie. Quindi, questa volta , si tratta, parole del prof. Aliberti, di compromettere la salute degli utenti dell'acquedotto.
Ma i problemi non sono finiti li. Restano da segnalare altre gravi conseguenze che io avevo segnalato da tempo.
Innanzitutto l'acqua dei pozzi di Mola ha una caratteristica che da sola ne esclude a priori l'uso , visto e considerato che essa cambia continuamente di salinità da una stagione all'altra ed anche da un giorno all'altro. Il fenomeno colpirà soprattutto il periodo delle siccità estive proprio quando ci sarà la maggior urgenza di acqua potabile e la salinità salirà a dismisura perché in tali condizioni le pompe dei pozzi di Mola devono abbassare il livello di falda al di sotto del livello del mare, addirittura di molti di metri. Allora l'acqua da usare per la mineralizzazione sarà ricchissima di acqua di mare salatissima. e quindi inadatta al processo da attuare.
Ma non è tutto . La prolungata depressione di falda corre il rischio di far penetrare il nucleo salino nel terreno agricolo della piana di Mola con i gravi danni che sono successi in molte parti d'Italia nello stesso modo.
Il tutto finirà per provocare danni del tutto analoghi a quelli accaduti a Ventotene dove l'ammissione in rete di acqua male mineralizzata ha provocato il danneggiamento delle tubature metalliche dell'acquedotto con fuoriuscita dai rubinetti di ruggine in gran quantità.
E' inutile precisare , per finire questa nota , che non esiste nessun dato certo sugli effetti, non certo salutari, che la mescolanza dell'acqua del dissalatore, il quale ha subito una mineralizzazione del genere, mescolanza con la normale acqua presente nell'acquedotto e proveniente dai pozzi locali oppure dalla Val di Cornia: in questo settore non esiste nessun dato nè teorico e tanto meno pratico.
Marcello Meneghin