A distanza di diversi anni rispuntano, quasi dal nulla, le cosiddette “ecoballe” di Piombino; lo fa il Tirreno, nell’edizione di domenica 24 novembre, in un lucido e puntuale articolo, a firma del brillante Manolo Morandini. Nell’articolo viene riportata, tra le altre cose, la cronologia degli eventi che tratteggiano le tempistiche di quell’evento accaduto nove anni fa e che, ancora oggi, dal mio punto di vista, attende di chiudersi definitivamente.
Sempre nella stessa edizione del giornale toscano, si apprende in un articolo a firma Pietro Barbighiani che già sono state pronunciate sentenze di condanno verso un dirigente regionale al quale viene riconosciuta la colpa grave «sia per la mancata escussione della polizza dal momento in cui egli ha assunto, il primo gennaio 2016, la competenza sul settore, sia per lo svincolo della stessa, avvenuta nel novembre del medesimo anno».
Questi i fatti emersi e riportati, come si è detto, nell’edizione domenicale del Tirreno, a quale riconosco la puntuale cronaca dei fatti e l’attenzione prestata a questo evento, non di poco rilievo per gli effetti sull’ambiente marino, oltre al merito di aver diffuso nell’opinione pubblica, allora come adesso, la necessità di conoscere i fatti accaduti e, conseguentemente, partecipare attraverso il formidabile strumento della conoscenza, sugli interventi fatti e ancora da effettuare.
Premetto che non ho mai detto o scritto nulla al riguardo se non nei ristretti confini definiti nel ruolo istituzionale che ricoprivo all’epoca.
Ricordo, inoltre, che ho contribuito in tutte le varie fasi dell’intera operazione “Golfo di Follonica”, fino a chiudere in qualità di commissario liquidatore i premi riconosciuti ai pescatori che contribuirono largamente alle operazioni di recupero di svariate ecoballe, accidentalmente impigliatesi nelle loro reti.
Alla luce dei fatti ricostruiti nei due articoli sopra richiamati e degli effetti prodotti dalla pronuncia della Corto dei Conti, sorge spontaneo un dubbio: si conoscono le iniziative portate avanti per l’azione risarcitoria verso il comandante dell’ora della motonave “Ivy 1”, battente bandiera panamense, in solido con l’armatore della medesima unità, e con l’assicuratore che copriva i rischi della navigazione?
Mi spiego meglio: i soldi spesi per le operazioni di recupero, stimati in circa 3.347.000 euro, sono stati recuperati, se non tutti, almeno in parte?
Aurelio Caligiore - Ammiraglio Ispettore del Corpo della Guardia Costiera
da greenreport.it