Lo sviluppo portuale è un tema fondamentale per un'isola che non rinunci definitivamente alla sfida dell'efficienza senza dimenticare il proprio valore ambientale.
Ma di sicuro conciliare questi aspetti risulta possibile solo se si abbandonino posizioni acritiche e distanti dalla sostanza dei problemi.
In proposito non si può tacere come la critica sferrata da alcune associazioni ambientaliste all'adeguamento Tecnico Funzionale dell'Alto Fondale a Portoferraio sia il frutto di un approccio "ideologico" che compie un'equazione totalmente infondata.
È infatti la stessa definizione dell'intervento a tacitare alcune delle maggiori criticità sollevate .
Il c.d. ATF è uno strumento urbanistico ammesso solo nel caso di modifiche non sostanziali dell'infrastruttura ed a parità di destinazione urbanistica ( e quindi di carico urbanistico).
Paradossalmente il lungo iter di questo intervento si deve proprio al fatto che il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nutrisse in origine delle perplessità proprio con riferimento al parziale cambio di destinazione dell'opera portuale in questione da "passeggeri" a "crocieristica" (peraltro già ospitata in passato dalla stessa banchina.
Ora oltre al divertente gioco di parole ed al tentativo di trovare una diversa definizione per le persone che scendono da una nave da crociera (all'epoca dell'approvazione finì per essere abbandonato tale dilemma) ci si chiede in che cosa la discesa degli ospiti di una nave da crociera possa impattare maggiormente della discesa ripetuta di auto e camion nello stesso luogo, con la stessa viabilità e con i medesimi picchi stagionali.
Quindi perché quando si addita un cambio di destinazione si pensa ad una formula vuota e non ci si sforza piuttosto di evitare di demonizzare un intervento in modo aprioristico e di capire che cosa realmente migliorare?
Del resto quando la Gattaia - dopo le aspre critiche subite - diventa il bene da tutelare dal possibile impatto di un allungamento del filo banchina, onestamente tutto è possibile.
Paola Mancuso