“La questione del dissalatore di Mola è emblematica di un problema di sistema legato alla gestione della risorsa idrica in Toscana, e che riguarda non solo l’isola d'Elba ma tutta la Val di Cornia”. Lo afferma Irene Galletti, Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle in Regione Toscana, che annuncia “una lettera indirizzata all’assessora all’Ambiente Monia Monni per condividere alcune riflessioni sulla vicenda e allargare geograficamente il raggio di attenzione e intervento alla costa prospiciente all’isola. Credo sia poi necessario dare una risposta alle questioni ambientali poste dalle associazioni, e si apra al dibattito pubblico come richiesto dai sindaci dei comuni coinvolti”.
“In dieci punti sostanziali - afferma Galletti - già comunicati anche alla Regione via pec, l’associazione Italia Nostra ha sollevato diverse problematiche legate al progetto del dissalatore di Mola. Paesaggisticamente impattante in una zona di pregio naturalistico, caratterizzata da un flusso turistico importante, il dissalatore apparirebbe persino insufficiente a coprire il reale fabbisogno idrico dell’isola, con una ricaduta in termini di costi ambientali ancora da chiarire.”
Secondo la Capogruppo M5S “Il progetto del dissalatore, con un costo previsto di 14,56 milioni e finanziato solo in parte, graverà per un 40% in bolletta. Sarà quindi a carico dei cittadini, ma non risolverà definitivamente il problema idrico dell’Elba. Quello potrebbe rimanere o addirittura accompagnarsi a nuovi e forse ben più rilevanti questioni.“
“Eppure - spiega la cinquestelle - potrebbero esserci altre e più ragionevoli vie. Come è noto, ad oggi l’isola è alimentata per circa un terzo del suo fabbisogno da una condotta sottomarina che, a causa del deterioramento prodotto dal tempo, perde gran parte dell’acqua trasportata. Inevitabile non ricordare in prima battuta che se tali condotte fossero riparate si otterrebbe un risultato migliore rispetto a quello prodotto dal dissalatore. Proseguendo nel ragionamento, il resto dell’acqua proviene da pozzi locali, in quanto l’Elba ha una litologia tale da avere sempre consentito accumuli idrici di rilevante entità nel sottosuolo. Quello che oggettivamente viene da chiedersi è se non sarebbe meglio rendere l’isola autosufficiente da un punto di vista idropotabile, affidandosi esclusivamente a falde acquifere locali e immagazzinando una parte dell’acqua che ruscella dopo ogni pioggia?” Si domanda Galletti. “La Regione e ASA hanno esplorato questa via?”
“Inoltre, ed è un aspetto assolutamente non secondario - sottolinea la pentastellata - il dissalatore per funzionare richiederà molta energia: una quantità estremamente rilevante rispetto al totale attualmente consumato dall’isola. In funzione anche dei recenti avvenimenti che hanno portato i prezzi del gas e dell’energia alle stelle, oltre ai necessari costi ambientali da assorbire, siamo veramente certi che la soluzione del dissalatore sia ancora economicamente sostenibile?”
“Tutti questi aspetti, incluso quello collegato all’iter amministrativo che ha portato alla scelta di tale impianto, che non richiamiamo per questioni di brevità ma che è stato dettagliatamente riportato dagli organi di stampa, sottolineano che la questione è tutt’altro che chiusa, e richiede anzi un più ampio e aperto confronto politico e istituzionale con i sindaci dei territori e con il Consiglio regionale. Poco tempo fa ho anticipato all’assessora Monni l’invio di questa lettera, che vuole essere un contributo attivo e propositivo per la ricerca della soluzione migliore da mettere in campo. Sono sicura che la accoglierà in questo senso, e la ringrazio per il confronto e il dialogo con i quali mi ha sempre manifestato totale disponibilità ogni volta che è stato necessario”.
Così Irene Galletti, Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle in Regione Toscana.