Caro Ruggero,
ho ricevuto - e letto anche sulla stampa - la tua lettera sul tema del dissalatore di Mola. Convengo con te sul fatto che la questione non può rimanere nelle aule dei tribunali e che debba ritornare sui tavoli da cui è partita, quelli istituzionali e della politica. Questo, Ruggero, dobbiamo ricordarlo ai cittadini. La storia non parte da qualche extraterrestre, ma da una scelta strategica di grandissimo rilievo sul tema della risorsa idrica, assunta da tutti i Comuni isolani unitamente a quelli della Val di Cornia, dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Livorno e dall’ATO n.5 con la firma dell’Accordo di Programma del 22 novembre 2011.
Era l’accordo con il quale, utilizzando il cosiddetto “Patto per l’Acqua” della Regione Toscana, si definivano gli interventi per la soluzione della questione sanitaria e ambientale legata al superamento dei parametri di boro e arsenico nell’area Val di Cornia-Isola d’Elba e la necessità di adeguamento infrastrutturale e impiantistico. In esso si prevedeva la realizzazione di impianti di dissalazione, fra cui Mola.
Questa è la storia. Ora siamo, però, in una fase diversa. Siamo, tutti, nella consapevolezza di cosa significhi rendere concreta sul territorio un scelta politico-istituzionale di respiro comprensoriale e, soprattutto, farlo a distanza di oltre 10 anni. Allora io penso, per ritornare alla tua richiesta, che non servano scorciatoie.
Interessare la Comunità del Parco per una presa di posizione potrebbe apparire quasi un fatto strumentale. Mettiamo in campo, invece, i soggetti veri protagonisti della vicenda che, in questa fase, non possono essere AIT o ASA (o solo loro), ma la Regione Toscana, il Comune di Capoliveri e tutti gli altri Comuni dell’Elba - come abbiamo letto recentemente credo che abbiano da dire qualcosa anche i Comuni della Val di Cornia - e, ovviamente, i cittadini elbani.
Negli ultimi mesi ho cercato di utilizzare il mio ruolo di Sindaco (ed anche di Presidente della Comunità del Parco se vuoi) per porre in Regione esattamente questa necessità. Ho cercato di far comprendere che occorre, a mio avviso, che la Regione riprenda in prima persona “il comando delle operazioni” facendo tre cose: innanzitutto riallacciare direttamente, senza intermediari tecnici, il rapporto e il confronto con il Sindaco e l’Amministrazione di Capoliveri; immediatamente dopo estendere lo stesso tipo di rapporto a tutti gli altri Sindaci e amministrazioni elbane; effettuare un’operazione di trasparenza, confronto e dibattito con l’opinione pubblica elbana raccontando nuovamente la storia e le motivazioni tecniche e scientifiche del dissalatore di Mola, la costruzione del progetto, gli studi e i dati a disposizione sull’approvvigionamento della risorsa acqua sul territorio elbano, lo stato di conservazione della condotta sottomarina, la prospettiva di interventi strutturali sull’isola in materia di completamento, rifacimento e manutenzione di reti di adduzione, impianti di accumulo, depurazione e riuso delle acque reflue.
Questa mi pare l’unica strada seria per affrontare la questione senza dividersi in tifoserie pro e contro. In questa operazione ci sta anche l’altra questione che tu poni: la richiesta di proroga del provvedimento di esclusione dall’assoggettabilità alla Via del progetto del dissalatore proprio mentre il Parlamento è in procinto di licenziare una norma (la cosiddetta legge “Salva Mare”) che prevederà invece di sottoporre gli impianti di desalinizzazione a preventiva valutazione di impatto ambientale sulla base di specifici criteri e parametri che saranno emanati.
Mi pare assolutamente sensato quanto affermato circa il rischio di un’evidente contraddizione che si potrebbe verificare. E non ho particolari remore a riconoscere che, proprio sotto l’aspetto dell’approccio politico e di dialogo costruttivo, la Regione Toscana dovrebbe prendere in seria considerazione l’ipotesi di anticipare anche sul dissalatore di Mola ciò che verosimilmente sarà definito dalle norme nazionali.
Un’ultima considerazione, Ruggero. Non mi appassiona questo tempo che stiamo vivendo nel quale spesso diventiamo esperti e competenti su tutto. Sono abituato, per formazione culturale, a fidarmi di coloro che studiano i fenomeni e i problemi e formano quella che chiamiamo scienza. Facciamo parlare loro. Noi, nel nostro ruolo di Pubblici Amministratori pro tempore, abbiamo un altro dovere: quello di fare le scelte migliori possibili, sulla base delle indicazioni tecniche e scientifiche, per il territorio che amministriamo e per i cittadini che lo vivono. E allora ricordiamoci che nel nostro territorio, l’isola d’Elba, la garanzia dell’approvvigionamento di una risorsa indispensabile come l’acqua attualmente non c’è.
Angelo Zini