Parlare di politica estera a volte suona come un linguaggio privato di un club esclusivo che disprezza gli estranei, ma offre importanti indizi su questioni strategiche globali. La voglia di una politica estera comune nell’Unione Europea sottolinea un ampliamento del pensiero di Bruxelles, lontano dal senso tradizionale di un gruppo di nazioni che stanno insieme per ragioni economiche. Il presidente russo Vladimir Putin con l’invasione dell’Ucraina è l’artefice involontario di questo miracolo. La ferocia dell’assalto russo ha risvegliato il Vecchio Continente. La guerra nel cuore dell’Europa ha mandato in frantumi le illusioni di pace ed il senso di sicurezza in un continente dove le pagine della storia sono ancora imbrattate dal sangue di milioni di persone. In Europa la Seconda guerra mondiale fu un periodo di carneficina, distruzione totale, uccisioni di massa di civili, guerra civile tra fratelli della stessa nazione, occupazioni e collaborazionismo. Siamo agli albori di una nuova era con il riscatto europeo dopo il purgatorio seguito alla fine della guerra mondiale. L’Europa è una superpotenza economica ora pare arrivato il tempo del grande salto e diventare anche una superpotenza politica. Bruxelles pare immaginare il dopo rafforzando il quadrilatero Euro Quad con i cardini di Roma – Berlino – Parigi – Madrid, la volontà di rafforzare il fronte comune per isolare e punire la Russia e promuovere la democrazia in tutto il mondo. Nel 21° secolo si profila per la prima volta un mondo tripolare – Europa, America, Cina – con la Russia a seguito degli errori strategici di Putin diventata un paria, isolata dal resto del mondo, temuta per la sua potenza nucleare. Si profila una dicotomia tra i Paesi da considerare l’avanguardia verso la Russia, o meglio il limes come Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Romania, Bulgaria. Con l’Ungheria di Orban ambigua, il Regno Unito un America al quadrato e l’Ucraina occidentale finta neutrale da ricostruire. Dall’altra parte la Federazione Russa in quarantena con i Paesi e territori amici o filorussi come Bielorussia, Transnistria, Donbas, Abkhazia, Ossezia del Sud e Mosca in difficoltà in Siria e in Cirenaica. La Turchia una potenza imperiale in espansione e l’asse Israele, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti contro l’Iran. La possibile geopolitica del dopo guerra in Ucraina si profila all’orizzonte di una nuova Unione Europea, dove a Bruxelles le decisioni vengono prese a maggioranza e non all’unanimità, dove Draghi e Macron liquidano Maastricht – Roma e Parigi vorrebbero creare una Agenzia europea alla quale trasferire il debito degli Stati. Con una Germania e una Spagna protagoniste nella costruzione di un’Europa con una comune politica estera e militare. Le sfide che ci attendono lo impongono.
Enzo Sossi