Siamo in stagione turistica all’Elba, finalmente ci stiano godendo il sole ed il mare dopo due anni di pandemia, ma purtroppo, dobbiamo parlare di quanto sta avvenendo nel cuore del vecchio continente dove si sta combattendo una guerra inutile per non dire insulsa, mi si passi il termine, che sta mettendo in pericolo il nostro stile di vita, il nostro benessere e la nostra sicurezza. Sono passati 105 giorni dall’inizio della guerra in Ucraina e si cominciano ad avvertire le prime incrinature sul fronte occidentale. L’eccitazione di qualche mese fa per l’eroica resistenza ucraina sta diminuendo, l’attenzione degli occidentali si stanno spostando. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che il 20% del paese è sotto il controllo russo ed il conflitto si sta trasformando in una sanguinosa guerra di logoramento. Pare essere tornati alla Prima guerra mondiale. Il Cremlino ha modificato le sue strategie da quando non è riuscito ad entrare a Kiev e rovesciare il governo Zelensky; ora sta bombardando il territorio ucraino a est e a sud, con combattimenti lungo una linea del fronte lunga più di 1600 chilometri. Il norvegese Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO, ha descritto il conflitto come una guerra di logoramento in cui gli ucraini stanno pagando un duro costo per difendere il loro paese. Le informazioni che giungono dal fronte parlano di pesanti combattimenti che stanno infuriando nelle regioni di Luhansk e Donetsk dove gli ucraini stanno perdendo fino a 100 soldati al giorno. I civili non hanno alcuna garanzia e milioni sono gli sfollati che hanno trovato rifugio all’estero. Le conseguenze di questa guerra nel cuore dell’Europa avranno conseguenze anche nei paesi in via di sviluppo. Stanno crescendo le preoccupazioni per le difficoltà dell’Ucraina nell’esportare i suoi prodotti agricoli come il grano – di cui è uno dei maggiori produttori mondiali – che minacciano di causare scarsità alimentari nei paesi del Maghreb, nel Sahel, nell’Africa sub-sahariana entro la fine dell’anno. Continua a volteggiare come un avvoltoio l’alta inflazione e l’aumento dei costi dell’energia. Analisti avvertono che se la situazione non si risolve potrebbe causare una crisi petrolifera in stile 1970. I paesi occidentali continuano ad imporre ulteriori sanzioni alle élite russe, sequestrando yacht e aerei privati di proprietà dei soci di Vladimir Putin. Mentre l’orribile costo della guerra viene pagato nell’immediatezza da ucraini e russi, nessuno ne sarà immune se questo inutile conflitto continua a perdurare per mesi o addirittura anni.
Enzo Sossi