Questa settimana sarà dominata dal gran caldo con l’anticiclone africano che sta interessando il Belpaese. Si è aperta la crisi di governo con la salita al Colle di Mario Draghi a cui il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rifiutato di accogliere le dimissioni rimandandolo alle Camere. Non si ricordano precedenti.
Il Paese rimane in attesa di un’altra crisi politica di cui non si sentiva l’esigenza a cui consegue l’apparente crollo dell’agenda politica interna e internazionale con la guerra in Ucraina, le riforme, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, l’alta inflazione, la crisi energetica e lo sforzo di affrontare il cambiamento climatico.
Nel frattempo, il premier Mario Draghi è in Algeria per cercare di allontanare l’Italia dalla minaccia russa del gas con il piano di energia per non lasciare gli italiani questo inverno con i piedi freddi.
Sempre più ondate di calore colpiscono il nostro Paese e l’Europa mostrando gli effetti in tempo reale del riscaldamento globale. Stiamo esaurendo il tempo per una legislazione sul clima. Con la crisi di governo potrebbero passare anni prima che ci sia un’altra possibilità di prendere le misure necessarie per mantenere le temperature globali al di sotto di livelli disastrosi.
L’inflazione a livelli record, l’aumento dai prodotti alimentari a quelli di luce, gas e benzina, la guerra in Ucraina non mostra segni di riconciliazione, la siccità, il Covid-19 che si è risvegliato, le cavallette proprio non era indispensabile una crisi politica che può portare il Paese al voto il 25 settembre con le conseguenze che tutti conosciamo.
Mercoledì 20 luglio ci sarà alle Camere l’atteso discorso del premier. Intanto più di mille sindaci hanno firmato l’appello affinché rimanga. Il futuro pare incerto. L’Italia ha ancora bisogno della competenza e autorevolezza di Mario Draghi. Ora dobbiamo attendere e l’unica decisione auspicabile che deve prendere non è “se” deve restate ma quanto deve restate per il bene del Belpaese.
Enzo Sossi