In una società gerontocratica dominata da leader ottantenni, solo come esempio: Biden 79 anni, Trump 76 anni, Putin 69 anni, Draghi 74 anni, Mattarella 81 anni o Berlusconi 85 anni, dove l’ascensore sociale pare essersi fermato e le disuguaglianze aumentare, parlare di giovani sembra fuori luogo, ma desidero portare all’attenzione dei lettori la Generazione Z. Chi sono?
Sono nati tra la fine degli anni ’90 e i primi anni ’10 del XXI secolo, sono i figli della Generazione X e dei Baby boomers. Hanno una concezione diversa del lavoro rispetto alle generazioni precedenti. Chiedono più tempo libero e non hanno alcun desiderio di carriera, in particolare per chi è laureato, spesso non ambisce più ad una carriera professionale, ma ad avere molto tempo libero. Hanno bisogno di un senso di scopo e della sensazione di rendere il mondo migliore con il proprio lavoro. L’azienda deve rappresentare qualcosa. Scopo e sostenibilità sono più importanti che mai. Parallelamente, il lavoro deve offrire libertà di sviluppo. D’altra parte, la fedeltà non è molto alta. Cambiano lavoro più rapidamente se il lavoro e l’azienda non sono adatti a loro. Il peggio è quando si accorgono che l’azienda non è ai massimi livelli tecnologici, che il cambiamento digitale non è ancora comune e che i dipendenti più importanti non sono ancora entrati nel mondo digitale. Vogliono inoltre lavorare sui propri punti di forza, essere coinvolti nel processo di lavoro e percepire una chiara leadership. Questo include feedback, elogi e critiche regolari. Sono costantemente online e abituati a scambi rapidi, ma apprezzano uno scambio personale regolare. I superiori e il team devono essere stimolanti, gli orari di lavoro e le modalità flessibili, chiedono spesso anche di lavorare a tempo parziale o da casa e strutture gerarchiche piatte. Per questo diverse aziende offrono la possibilità di part time, orari flessibili, orario di lavoro annuale, lavoro mobile, home office e lavoro da remoto. Le esigenze della Generazione Z sono evidenti nelle aziende e vengono prese sul serio. Il feedback dei settori mostra che temi come la leadership condivisa, la workation o la settimana di quattro giorni vengono presi in considerazione. A causa della carenza di lavoratori qualificati, le aziende sono sempre più disposte ad offrire ai propri dipendenti forme di lavoro più flessibili. I giovani della GenZ sono spaventati dalla pandemia e chiedono rassicurazioni sul fatto che ci sarà maggiore attenzione all’ambiente, ai diritti, alla loro sicurezza anche in materia di protezione dati.
Enzo Sossi