Dagli anni ‘50 del secolo scorso in avanti, la sicurezza alimentare è stata data per scontata nel benestante Occidente. Tra cambiamenti climatici, guerre e crescita demografica le nostre risorse si stanno piano piano esaurendo. Con 10 miliardi di persone che popoleranno la Terra nel 2050, come assicurare il cibo per tutti? Siamo abituati a prendere i generi alimentari in grande quantità al supermercato, spesso il nostro cibo arriva da lontano e la guerra in Ucraina ha posto in evidenza i limiti. Sempre più persone nel mondo hanno fame. L’agricoltura turbo danneggia l’ambiente, se continuiamo a fare l’agricoltura tradizionale con 2 miliardi in più di persone ci servirà un Brasile in più per coltivare tutto. Forse è arrivato il tempo di cambiare rotta, con coltivazioni sostenibili e uso di nuove risorse senza depredare la Terra. Per alleggerire la catena alimentare globale dobbiamo coltivare e incrementare quelle sostenibili. Come potrebbe essere il cibo del futuro? Se continuiamo con le colture che abbiamo sempre coltivato non andiamo da nessuna parte. Con il cambiamento climatico dovremmo modificare le nostre abitudini, alle colture classiche come il mais e grano sarebbe opportuno introdurre altre, come ad esempio la quinoa, una coltura delle Ande, ricca di potassio, magnesio, calcio, ferro, fosforo, zinco e tre importanti vitamine: la C, la B2 e la E. Un superfood. La storia ci ricorda che nel XVI secolo i Conquistadores spagnoli dal Sudamerica portarono in Europa nuove coltivazioni: patate e pomodori sconosciute da noi. Forse ci dovremmo preparare al futuro con varietà più nutrienti e resistenti al clima torrido. Tuttavia, i superfood come la quinoa sono sempre più popolari in Occidente per il loro valore nutritivo, ma i nostri consumi fanno salire il prezzo in Sudamerica e minacciano le risorse locali. L’alternativa? Coltivare da noi cereali o pseudo-cereali più resistenti, nuove varietà più robuste che possono dare una mano. Piove di meno e le estati sono diventate più calde e secche. La quinoa potrebbe essere una valida alternativa, inoltre ha bisogno di un terzo dell’acqua necessaria per il grano ed è un alimento ipercalorico molto salutare. La sperimentazione potrebbe avvenire con la collaborazione delle Università con esperti agrari. Servono tentativi ed errori e qualcosa può andare male. Portarla in Europa potrebbe essere un bel modo di arricchire il nostro menù. Si potrebbe promuovere il superfood nei nostri mercati, supermercati per una dieta rispettosa del clima e più resistente. Parlarne con la gente se hanno domande. La visione dovrebbe essere quella di avere un’agricoltura pronta alle svolte future per dare alle persone un ottimo piano B. Contadini e Università coesi e uniti in collaborazione e utile sinergia per coltivare il cibo per tutti. Utopia? Forse, ma è essenziale il tempo per cambiare le abitudini e le consuetudini della gente.
Enzo Sossi