Diverse analisi effettuate da esperti mostrano un aumento delle difficoltà scolastiche tra gli studenti tra il 2020 e il 2022 che non si verificavano da anni. Pare essersi riscontrato un calo delle capacità di letture e comprensione di un testo e in matematica. Secondo gli analisti, i cali sono stati direttamente attribuiti alle interruzioni in presenza della scuola durante la pandemia di Covid-19. Una situazione allarmante ed inquietante.
Tuttavia, non sorprende tenendo presente che da circa due anni le scuole non erano aperte per l’apprendimento a tempo pieno. Il timore durante le chiusure era che gli studenti provenienti da ambienti meno privilegiati e minoritari avrebbero sofferto di più, dal momento che molti non hanno a casa le risorse per recuperare quanto non fatto a scuola durante la pandemia.
Sarebbe forse opportuno chiedersi che fare. Innanzitutto, cosa possono fare gli insegnanti e il governo per aiutare gli studenti a recuperare il ritardo? I sondaggi futuri mostreranno se le tendenze preoccupanti qui identificate sono condivise tra i gruppi di età e i dati demografici. Gli studenti sono resilienti e potrebbero riprendersi con dei corsi di sostegno. Sono tempi infelici nelle scuole, con molti insegnanti con il morale basso, chiedono aumenti di stipendio e avvertono delle cattive condizioni delle scuole.
In secondo luogo, è probabile che questa situazione possa essere politicizzata. Una parte dell’opinione pubblica ha accusato il governo di essere stato troppo desideroso di chiudere le scuole durante la pandemia per rabbonire i sindacati degli insegnanti. Politiche che avevano come obiettivo quello di aiutare a frenare la diffusione della malattia all’inizio quando i vaccini non erano disponibili e gli italiani stavano morendo in gran numero.
Il movimento dei no vax è sceso in piazza per protestare accusando il governo dei lockdown.
Enzo Sossi