Il Vecchio Continente sta attraversando la più allarmante politica del rischio nucleare dalla Guerra Fredda. L’alta inflazione, il Covid-19, la crisi energetica, i cambiamenti climatici, impallidiscono verso il crescente pericolo rappresentato dalla nuova escalation della guerra in Ucraina. La minaccia esplicita di Putin di poter usare armi nucleari e il suo avvertimento che non sta bluffando ha messo in fibrillazione i leader e l’opinione pubblica europea. Questa guerra riguarda l’estinzione del diritto dell’Ucraina di esistere come nazione e il diritto degli ucraini di esistere come popolo. Si tratta di un assalto diretto all’ordine internazionale e alle regole condivise della Carta delle Nazioni Unite. L’annuncio di Putin di una parziale mobilitazione nazionale viene visto al di fuori della Russia come un’ammissione del fallimento per la sua operazione speciale in Ucraina e di una crescente pressione politica interna. Inoltre, se i territori ucraini conquistati dai russi diventassero parte della Russia attraverso i referendum, anche se non riconosciuti dal resto del mondo, gli attacchi ucraini contro di loro usando armi occidentali potrebbero in teoria essere interpretati come un assalto alla stessa madrepatria russa. Questo potrebbe rendere la minaccia di Putin di usare le armi nucleari per difendere il territorio russo un’escalation significativa. Il leader russo sta chiaramente cercando di spaventare l’opinione pubblica europea e di fare ripensare a Bruxelles il sostegno all’Ucraina, che ha contribuito a trasformare la sua invasione in un totale disastro. Potrebbe benissimo bluffare sul possibile uso dell’arsenale nucleare russo, ma forse no. Putin ha certamente una storia da seguire, da colonello del KGB nell’ex Germania Orientale, aveva più volte sollecitato Mosca a inviare per le strade di Berlino i carri armati per impedire la caduta del governo della DDR. I generali ucraini ed esperti militari occidentali hanno sollevato timori che, se messo alle strette, potrebbe schierare un’arma nucleare tattica limitata come dimostrazione di forza o per eliminare unità militari e infrastrutture. La domanda più urgente per l’Occidente è cosa fare riguardo al potenziale uso di un’arma nucleare tattica da parte della Russia. Le armi nucleari tattiche creano un raggio di esplosione più basso e una ricaduta più limitata rispetto alle testate strategiche, lanciare anche il tipo più limitato di tale arma sarebbe un’enorme punto di svolta. Tuttavia, la NATO ha concordato esattamente cosa fare in caso di conflitto nucleare limitato in Ucraina e ha fatto filtrare attraverso canali secondari a Mosca il possibile scenario? Siamo i primi europei che devono lottare con l’Armageddon non come una possibilità teorica ma come rischio sempre più reale, anche se prossimo remoto.
Enzo Sossi