Il fattore B. sta scuotendo il centrodestra. Se, a meno di un mese dalle elezioni il futuro Premier deve passare il tempo a parlare di un problema che può ferirla di più, è di cattivo auspicio. Giorgia Meloni tra qualche ora sarà incaricata dal Presidente della Repubblica Sergio Matterella a Presidente del Consiglio dei ministri per formare il nuovo governo. La prima donna Premier nella storia della Repubblica Italiana.
Il compito che l’attende farebbe tremare i polsi a chiunque. Dovrà cercare di convincere i nostri alleati che le esternazioni di B. sono estemporanee e riaffermare l’appartenenza del Paese all’Europa, all’Atlantismo e al fianco dell’Ucraina. Dovrà cercare di convincere gli italiani che farà tutto il possibile per abbassare i prezzi di luce, gas e benzina, anche incidendo sugli extra-profitti delle principali compagnie.
Ci sono cose che cristallizzano la percezione da parte dei cittadini più di quella sensazione di terrore quando i sudati guadagni scompaiono ad ogni bolletta, ad ogni tocco del quadrante dei prezzi su un serbatoio di benzina. Dal momento che gli italiani stanno anche pagando molto di più uova, pane, carne e altri prodotti di base. Gli alti costi dell’energia, del carburante e l’impennata dell’inflazione non sono colpa della Meloni. Stanno spremendo i consumatori anche in altre economie sviluppate. La guerra in Ucraina e le persistenti interruzioni della pandemia hanno evocato la tempesta inflazionistica più perfetta dal 1980. Quando i problemi colpiscono, lo scaricabarile si ferma al Premier. La Meloni non può semplicemente agitare la bacchetta magica e abbassare i prezzi di luce, gas, benzina o fermare l’inflazione. Può almeno dimostrare di comprendere il dolore degli italiani e creare un’impressione di azione. A Palazzo Chigi dovranno annunciare quale piano portare avanti per cercare di liberare i cittadini dall’inflazione, dal caro bollette e domare i mercati globali di energia e greggio. La Premier dovrà segnalare ai mercati globali e alle nazioni produttrici di gas e petrolio, a partire dall’Opec – che hanno annunciato tagli alla produzione all’inizio di questo mese – il proprio disappunto. Tutto è politico, soprattutto per una donna per la prima volta Premier, che sarà inevitabilmente comparata a Mario Draghi. Un’eredità non facile. Probabilmente non sarà sufficiente cambiare traiettoria verso il fuoco amico di B., tuttavia, per il bene del Paese buon lavoro.
Enzo Sossi