Il prossimo 20 novembre iniziano i Mondiali di Calcio 2022 in Qatar. La massima competizione della FIFA. L’Italia non vi partecipa in quanto eliminata dalla Macedonia del Nord. Il Qatar è un piccolo emirato della penisola Arabica, confina con l’Arabia Saudita e il Golfo Persico. De jure una monarchia costituzionale mentre de facto una monarchia assoluta. L’emirato ha ottenuto nel 1971 l’indipendenza dal Regno Unito. Il 90 p.c. dei qaterini osserva la religione musulmana sunnita. La cultura è beduina. La superficie è di 11.571 km2. Il reddito medio pro capite si aggira sui 60mila dollari all’anno. Ha una popolazione di 2.350.000 abitanti. Il potere assoluto è nelle mani dell’emiro la cui famiglia governa il Paese dal 1878. Non sono permessi partiti politici. La giustizia è basata sulla Shari’a. Più volte è stato individuato tra i principali finanziatori del movimento dei Fratelli Mussulmani che promuovono un Islam non corrotto da usi e costumi occidentali. In Qatar si trova la più grande e importante infrastruttura militare del Medio Oriente, base USAF e RAF.
Gli azzurri non saranno in campo, ma l’Italia ci sarà in mare, sulle strade, nei punti sensibili con i nostri soldati per assicurare la sicurezza della manifestazione. La Task Force italiana è composta da circa 560 militari delle Forze Armate e dall’Arma dei Carabinieri con 46 mezzi terrestri, una nave e due aeromobili. A pochi giorni dal mondiale in Qatar si stanno accumulando gli autogol. Un furore politico si sta intensificando sulle finali della Coppa del Mondo che inizia questo mese. Giocatori, funzionari della FIFA e esperti lottano per rispondere alle domande sulla situazione dei diritti umani, dei diritti delle donne e sulla morte di almeno 6.500 lavoratori stranieri mentre costruiscono gli stadi per il calcio globale. La dichiarazione dell’ex calciatore quaterino Khalid Salman, ambasciatore del mondiale di calcio FIFA, “L’omosessualità è un danno per la mente”. Salman ha affermato che essere gay è proibito dalla legge islamica ed ha aggiunto che c’era bisogno di – parlare dei gay prima dell’inizio del mondiale di calcio –. L’intervista rilasciata a Doha ad una televisione tedesca è stata interrotta immediatamente da un funzionario del comitato FIFA.
Tuttavia, forse sarebbe stato opportuno ponderare meglio prima di assegnare l’organizzazione dei Mondiali di Calcio al Qatar. Un Paese che si sapeva governato da un regime autocratico, autoritario, dove non sono garantiti e rispettati i diritti umani, quelli delle donne, delle minoranze e dei lavoratori. Una decisione incomprensibile che come un boomerang si ritorce verso la dirigenza FIFA. Forse è maturato il tempo di nuovi criteri di scelta, porre dei paletti, come il rispetto delle donne, della libertà, della democrazia, e forse anche di una nuova dirigenza?
Enzo Sossi