Non é una battaglia di principio contro il fossile, non spetta al Comune, e non è neppure dettato dalla sindrome del 'non nel mio giardino', il corposo ricorso al TAR del Lazio versus l'autorizzazione del Commissario Giani allo stazionamento della nave rigassificatrice Golar Tundra nel Porto, che é anche la porta d'ingresso all'Elba per tre milioni di passeggeri.
Gli Avvocati del Comune, Michele Greco e Michele Lioi, poggiano la loro richiesta di annullamento della decisione autorizzativa di Giani- Commissario, su molte contestazioni, tra le quali:
A) Inidoneitá della nave Golar Tundra, dal punto di vista strutturale, ad operare in sicurezza nel porto di Piombino.
B) L'impossibilità a rispettare le condizioni sicurezza chieste dalla Capitaneria
C) Impossibilità di rispettare la scadenza del marzo 2023 (e quindi con tutto il tempo di trovare soluzioni alternative, es al largo, come a Livorno o Ravenna, ndr) per la necessità di un "dragaggio del fondale dello specchio d'acqua antistante (zona SIN, ndr) per centinaia di migliaia di metri cubi...pena
l'inoperatività della banchina nord" ( utilizzata dalle ultime industrie che operano in città).
Per quanto riguarda la sicurezza: "i serbatoi per il GNL' a membrana' della Golar Tundra la rendono inidonea alla navigazione quando si trovano in condizioni di parziale riempimento", non essendo cioè "in grado di rispettare la principale condizione che è stata posta dalla Capitaneria, e cioè di disancorare in caso di necessità, allontanandosi dall'area del porto"; condizione questa che porterebbe alla violazione della normativa in materia di rischio di incidente rilevante (cosiddetta 'Seveso ter', alla quale il rigassificatore è sottoposto).
- RISCHIO PER CITTÁ -
Si tratta di una criticità, insomma, che "mette a rischio l'intera città di Piombino, dal momento che la nave, in caso di condizioni meteomarine avverse oppure di incidenti durante il processo di rigassificazione che impongono il suo allontanamento dal porto, molto semplicemente non potrà farlo se avrà i serbatoi del gas solo parzialmente riempiti, condizione questa che tuttavia per la nave è intrinseca dal momento che il rigassificatore posto al suo interno lavora a ciclo continuo e viene rifornito solo una volta a settimana".
- SMONTATI I PRESUPPOSTI DELLA DECISIONE D'URGENZA -
Gli avvocati contestano anche la violazione della normativa in materia di valutazione di impatto sanitario e bonifica dei siti inquinati, e il vizio di eccesso di potere per il travisamento dei presupposti di fatto, poiché le circostanze che sono state poste a fondamento dell'intero procedimento commissariale "si sono rivelate manifestamente infondate": l'asserita idoneità del porto ad accogliere il rigassificatore, a cominciare dal pescaggio; le stesse prescrizioni imposte dalla Capitaneria di porto dimostrerebbero come il solo modo per consentire operatività alla Golar senza bloccare le attività industriali che si servono della
banchina nord, sia quello di effettuare un dragaggio del fondale dello specchio d'acqua antistante per centinaia di migliaia di metri cubi.
Il ricorso contiene quindi la richiesta la sospensione cautelare di tutti gli atti impugnati, dato che i lavori hanno avuto inizio e si svolgeranno anche all'interno del sito di bonifica di interesse nazionale, con il fondato timore che si producano danni non più rimediabili.
La decisione dei giudici se imporre o meno la sospensiva dei lavori é attesa entro poche settimane.