La Corte costituzionale, con la sentenza n. 239 depositata il 29 novembre 2022, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 1 della legge regionale Toscana 28 dicembre 2021, n. 52 “Disposizioni in materia di tagli colturali. Modifiche alla l.r. 39/2000”, nota come legge regionale taglia-boschi, in quanto lesiva delle competenze statali esclusive in materia di salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente (artt. 9 e 117, comma 2°, lettera s, cost.).
Con la disposizione ora dichiarata illegittima, la Regione Toscana ha preteso di esentare dall’esame ai fini della tutela paesaggistica pressochè tutti i tagli boschivi anche nelle aree tutelate con specifico provvedimento di individuazione della zona tutelata con vincolo paesaggistico (artt. 136 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), in palese spregio della giurisprudenza costituzionale, amministrative e penale costanti.
La Regione Toscana aveva così voluto accogliere le pressioni di progettisti, tecnici, operatori e aziende del settore boschivo, che vogliono avere mani e motoseghe libere da vigilanza e controlli di Soprintendenze e Carabinieri Forestale.
Motoseghe spesso e volentieri abusive.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) esprime la sua forte soddisfazione per la pronuncia della Corte costituzionale, così come aveva espresso il proprio plauso per l’impugnativa del Governo Draghi della legge regionale toscana taglia-boschi davanti alla Corte costituzionale.
Infatti, il GrIG, da sempre impegnato con forza nella difesa di boschi, macchie e foreste, aveva inoltrato (17 gennaio 2022) una specifica istanza al Governo perché promuovesse ricorso davanti alla Corte costituzionale ai sensi dell’art. 127 cost.
Ora, finalmente, vi saranno tempi meno difficili per i boschi della Toscana.