Il Presidente Giampiero Sammuri fornisce alcuni chiarimenti in merito a quanto affermato da Legambiente Arcipelago Toscano relativamente agli interventi di manutenzione ordinaria del Fosso di Mola realizzati nei giorni scorsi dal Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa.
Premesso che gli uffici stanno verificando se quanto realizzato e segnalato da Legambiente sia stato condotto in coerenza con quanto autorizzato dall’Ente Parco, sulla base di un nulla-osta che viene rilasciato fin dal 2017 con specifiche prescrizioni in merito alle tempistiche ed alle modalità da seguire, il Presidente Sammuri ritiene opportuno prendere spunto dalla denuncia di Legambiente per avviare uno specifico approfondimento sugli aspetti idraulici che inducono il Consorzio di Bonifica a replicare annualmente i lavori di pulizia del Fosso, senza tuttavia perdere l’occasione per un monitoraggio rispetto alle eccellenze naturalistiche presenti a Mola utile per aggiornare le modalità gestionali adottate nell’area.
“Come è noto e come riportano diversi studi scientifici - dice Sammuri - la notevole complessità che caratterizza gli equilibri interni alle zone umide rende spesso estremamente difficili gli interventi su tali ecosistemi e la frammentazione delle competenze relative alle diverse componenti che incidono in un dato territorio costituisce spesso un’ulteriore difficoltà. Avendo ben chiara questa situazione l’Ente Parco in questi ultimi anni ha investito risorse importanti per la riqualificazione della zona umida di Mola ed altri interventi saranno attivati nei prossimi mesi in un progetto di ampio respiro che riteniamo possa avere una straordinaria ricaduta in termini di salvaguardia della biodiversità. In tal senso, quindi, ben vengano tutte le sollecitazioni per rendere le iniziative di salvaguardia ambientale di questa importantissima area sempre più efficaci. Per questi motivi l’Ente Parco si attiverà per affidare uno specifico studio che valuti le modalità per rendere compatibile la prioritaria conservazione di un ecosistema unico sull’isola d’Elba con le attività per la sicurezza idraulica. Le regole ci sono, ma la delicatezza dell’area richiede di andare più nel dettaglio di quanto abbiamo fatto finora. Le ridotte dimensioni dell’area, se da un lato sono un limite per la conservazione, dall’altro possono consentire un dettaglio di progettazione e un’esecuzione più mirata e “soft” degli interventi. Verranno, inoltre, continuate le indispensabili azioni di presidio e di sorveglianza che purtroppo registrano periodicamente il non rispetto delle regole appositamente individuate per questa area. Di conseguenza continueremo a lavorare in stretto contatto e sinergia con i Comuni, con il Reparto Carabinieri Parco e con la Capitaneria di Porto, anche forti del brillante risultato ottenuto con l’individuazione degli autori dell’abbandono di rifiuti, affinché la zona umida di Mola possa risultare totalmente riqualificata e risanata nel più breve tempo possibile.”