Nella mattinata di ieri presso il comando Carabinieri di Portoferraio ho ricevuto la notifica delle querele introdotte dai signori Marco Corsini, Massimo Mongale e Nicola Gemelli per i post sul porto da me pubblicati sul blog di Rio.
Sarà l’occasione per entrare nel merito di una vicenda della quale è forse arrivato il momento di occuparsi anche sotto il profilo della sua legittimità, oltre che sotto quello politico della sua opportunità e della sua distanza dal bene dei nostri paesi.
Occorre riaffermare con forza che la legalità non è il risultato di una pressione che induce i più a sfuggire ogni occasione per esprimere il proprio libero parere ma piuttosto della trasparenza della comunicazione che può garantire solo chi sa di essere nel giusto.
Ed è arrivato il momento di cominciare ad occuparsi realmente di un tessuto sociale provato da questi comportamenti e di fatto incapace di sentirsi davvero libero di un confronto necessario che deve essere il primo obiettivo della nuova amministrazione.
Dobbiamo riappropriarci della convinzione di essere gli unici titolari - attraverso i nostri rappresentanti politici – del diritto di compiere le scelte e di decidere il futuro del nostro territorio.
Ma nessuno pensi di descrivere o di rappresentare un paese che non c’è, o peggio ancora di pensare di essere l’esclusivo riferimento di una comunità stanca di privilegi e discriminazioni.
La storia insegna sempre qualcosa ed anche quando riguarda contesti sicuramente diversi e ben più gravi semina parole degne di essere ricordate in ogni occasione come queste note a molti.
"Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola".
Il signore che le ha pronunciate si chiamava Giovanni Falcone
Paola Mancuso