Un anno fa l’intelligence occidentale avvertiva dell’imminente invasione dell’Ucraina da parte della Russia, Washington sta usando una tecnica simile per tentare di interrompere un rafforzamento del legame tra Mosca e Pechino in cui alti funzionari dell’amministrazione Biden hanno avvertito che la Cina sta valutando di fornire aiuto militare al Presidente Vladimir Putin per la sua guerra in Ucraina. Accuse che hanno scatenato la furia di Pechino, che lo nega e hanno peggiorato i rapporti già al limite con gli USA.
Le affermazioni si basano su valutazioni dell’intelligence che Washington non ha reso pubbliche. Il direttore della CIA qualche giorno fa dichiarava che non credeva che la Cina avesse preso la decisioni definitiva o che fosse stata spedita alcuna fornitura militare in Russia, ma che il Presidente Joe Biden riteneva di dover avvisare Pechino. L’obiettivo è quello di scoraggiare la Cina perché potrebbe essere una scommessa rischiosa e imprudente. Usare le informazioni dell’intelligence in questo modo aiuta certamente Washington a rafforzare il sostegno internazionale a Kiev. D’altra parte quanto avviene solleva dubbi e interrogativi sui pericoli insiti ogni volta che la politica e il mondo dell’intelligence si incrociano, specialmente su gravi questioni di sicurezza internazionale.
Le valutazioni poco trasparenti dell’intelligence avvolti nel mistero non sempre hanno ragione: ad esempio non hanno previsto il fallimento delle forze di Putin nel tentativo della guerra lampo in Ucraina o se torniamo indietro nel tempo come le errate informazioni possono davvero portare fuori strada come il famigerato caso della guerra in Iraq. La natura stessa è che le cose siano tenute segrete.
Non c’è alcun segnale che le dichiarazioni dei funzionari statunitensi siano false, ma l’accusa richiede che l’opinione pubblica si fidi molto. Per quanti sono fuori dal mondo clandestino dell’intelligence diventa difficile esprimere un proprio giudizio sulla qualità delle informazioni. Inoltre, non è possibile valutare se gli alti funzionari ne traggano conclusioni corrette o se stiano evidenziando aspetti che rafforzano la loro visione politica. Pechino afferma di essere neutrale e la scorsa settimana ha presentato una proposta per un accordo di pace. In ogni caso si rifiuta di condannare l’invasione della Russia, amplificando la visione di Mosca sulla guerra, incolpando l’Occidente per l’invasione di Putin.
La Cina accusa gli occidentali di gettare benzina sul fuoco inviando armi e aiuti a Kiev. Xi Jinping potrebbe preferire vedere Putin vincere e l’Occidente scottarsi, ma Pechino quasi sempre vede le questioni geopolitiche attraverso il prisma dei propri interessi nazionali e delle tensioni con gli Stati Uniti.
Tuttavia, questa realtà offre una ragione per cui Pechino potrebbe non essere disposta a sostenere i costi per aiutare concretamente la guerra della Russia, ma se Pechino decide che danneggiare gli occidentali in Ucraina è un suo interesse nazionale potrebbe trovare le motivazioni per andare avanti e fornire aiuti e armamenti alla Russia. A questo punto chissà…
Enzo Sossi