Il No al Rigassificatore di Piombino per uscire dalla genericità e inefficacia, deve essere inteso come un No politico alla guerra in Ucraina ed alla sua continuazione, che ha creato un deficit nell'approvigionamento energetico ed un aumento degli stessi costi in Italia e in Europa.
C'è un nesso tra le due cose che viene sottaciuto, volutamente rimosso, anche da chi è contrario, accampando solo eccessive preoccupazioni di tipo ambientale, che senz'altro ci sono, ma gestibili o procedurali-giuridiche. La differenza attuale e in prospettiva all'interno dello schieramento del No, diciamo, tra un No di Sinistra e un No di Destra al Rigassificatore è proprio questa, tra chi coglie il nesso RigassificatorePiombino- Guerra Ucraina e chi non lo coglie o lo nasconde perché coinvolto politicamente.
Il PD, Schlein/Bonaccini-Cosimi/Giani e l'attuale Governo, Meloni/Salvini, proprio per la loro posizione di allineamento alla Nato ed al Pentagono USA ed il sostegno militare e armato alla guerra in Ucraina ed alla sua continuazione, avrebbero dovuto per dimostrarsi credibili, trasparenti e coerenti verso verso la città di Piombino, con il No politico al Rigassificatore ed alla Guerra, smentire il quadro Europeo e l'alleanza atlantica, per non dire gli interessi economici delle multinazionali USA che lucrano proprio su questa guerra e sul servilismo economico dell'Europa stessa.
È questo vincolo politico ferreo all'alleanza militare ed alla guerra che non rende credibili i dirigenti politici nazionali e locali, dal PD alla Destra di FdI e Lega. Ecco perché una forte mobilitazione come quella che c'è stata, contraria al Rigassificatore, per essere efficace e incidere politicamente deve trovare una corrispondente sponda politica chiara nelle motivazioni al No, sia ad l Rigassificatore, sia alla Guerra, che purtroppo non c'è stata.
Giuseppe Coluccia