All'Isola d'Elba si è giustamente redatto un grande piano d'azione per l'energia sostenibile con il quale si pensa di dotarla di un insieme di opere atto a promuovere grandi economie in tutti i settori da quello imprenditoriale, a quelli del commercio, della scuola ecc. ecc. cioè in tutta l'attività vista nel suo complesso.
Io ho osservato tutta la notevole documentazione già presente su internet la quale, secondo la mia ormai consumata pratica di cose vere ma delle quali non vi ho scorto gran che.
Per spiegare il mio concetto io partirei da alcuni importanti sistemi elbani che io seguo da oltre un ventennio e li metto qui come esempi eclatanti di quel modo di fare che io prevedo sarà quello adottato anche nel nuovo settore elettrico di cui sopra.
In primis parlo di un servizio importantissimo cioè quello dell'acquedotto. Quando io sono venuto all'Elba la prima volta il problema idropotabile consisteva soltanto nella sistematica carenza estiva d'acqua. Oggi dopo due decenni il problema è sempre lo stesso ed oggi come allora assolutamente insoluto e senza alcuna previsione atta a risolverlo.
Da allora per risolverlo si è ricorso a diversi sistemi ed io parlerò solo degli ultimi in ordine di tempo, ma ve ne sarebbero anche altri. Anni fa la soluzione era individuata nella costruzione di 21 piccoli laghetti sparsi un pò dappertutto e, non lo si è detto, ma accompagnati evidentemente da un grande numero di piccoli impianti di potabilizzazione necessari per trattare tali acque sparpagliate intorno all'Isola. E' bastata la costruzione del primo laghetto chiamato Condotto vicino a Portoferraio del quale una volta costruito, nessuno dice per quale causa, ma il risultato è stato quello di aver abbandonato sia il laghetto già costruito e sia tutti gli altri venti.
Da qualche anno si è deciso per una vera è propria rivoluzione nel sistema idropotabile elbano: ricorrere alla dissalazione dell'acqua del mare. La legge, per l'esecuzione di grandi opere pubbliche impone che i casi siano due: o si costituisce l'intera opera oppure, quando la si deve realizzare per lotti successivi, bisogna per prima cosa redigere quello che io chiamo progetto generale e che la legge definisce progetto preliminare.
L'importante è la necessità che nelle grandi pubbliche esistano delle preesistenti e precise decisioni sulla qualità e sulla quantità di manufatti dell'intero sistema visto nel suo insieme futuro, senza di che non si potrebbe iniziarlo. Ebbene all'Elba si è iniziata la costruzione del primo lotto del dissalatore senza sapere se sarà seguito da un altro oppure da due o da venti altri lotti similari o diversi. Oltre a questo non si è fatto il paragone con altre soluzioni.
Come dicevo si è introdotta una vera e propria rivoluzione che sconvolgerà tutto il sistema di alimentazione idropotabile eseguendo invece il solo primo lotto e senza approfondire altro. Tanto per fare un esempio eclatante porterei quello della costruzione di un palazzo multiplano. Ebbene per costruirlo non servirebbe sapere se i piani definitivi saranno tre oppure venti. E' chiaro che un edifico costruito così finirà per crollare perché avrà come minimo fondazioni inadeguate.
La desalinizzazione farà la stessa fine perché nessun po sà cosa provocherà una tale rivoluzione in un sistema di per sè complicato come l'acquedotto elbano. Intanto si fà il primo lotto e, per risparmiare sulla spesa, si provvede alla mineralizzazione usando l'acqua dei pozzi di Mola. Solo questo piccolo dettaglio sconvolgerà completamente sia l'alimentazione degli utenti e sia la vecchia rete di condotte.
All'Elba evidentemente nessuno sà cosa vuol dire rimineralizzare l'acqua distillata.
Un altro sistema importante per l'Elba è la fognatura pubblica. Al riguardo si è discusso a iosa sulla necessità che, sempre per lo stesso problema di vincere la carestia estiva d'acqua, si debba ricorrere al trattamento degli scarichi fognari. Ma come si può oggi o si potrà in futuro farlo se esistono millanta piccolissimi impianti di depurazione fognaria e non si parla nemmeno della possibilità o meno di progettare una fognatura unica ed interconnessa per l'intera Isola in modo da ridurre ad un solo impianto finale di depurazione oppure ad un numero ridottissimo di essi.
E' logico che in questo modo non si potrà mai utilizzare per l'acquedotto lo scarico fognario ed è inutile tirarlo in ballo continuamente.
Questi sono soltanto brevi esempi di errori madornali errori irreparabili perché mai una potabilizzazione dell'acqua di mare fatta a casaccio potrà funzionare, così come mai si potrà depurare l'acqua reflua delle fogne di cui non si sa nulla di nulla.
Ed ora veniamo al punto specifico del sistema di produzione dell'energia elettrica rinnovabile che valga per tutta l'isola e per tutti i suoi tipi di fabbisogno.
Io ho letto le grandi disposizioni introduttive. Tante bellissime regole validissime sempre e quindi anche all'Elba ma non ho letto una parola che parli di un progetto generale dell'intero sistema, senza che si pensi di decidere quanto prima come sarà costituito tra cinque, tra dieci o cinquant'anni tale sistema.
Quindi anche qui si userà il solito metodo cioè cominciare da una parte a fare un bell'impianto di pannelli solari, dall'altro una serie di Pale eoliche dall'altro ancora a sfruttare intelligentemente l'energia trasmessa dalle onde battenti del mare. Il tutto deciso di volta in volta sulla base di quelle idee che vengono in mente ad una persona forse competente, forse solo politica o forse solo interessata economicamente.
Questo è il modo che io conosco essere prediletto all'Elba e conosco anche i grandi fiaschi ottenuti e quelli che si otterranno. Spero soltanto di sbagliarmi del tutto.
Marcello Meneghin