Un agente della polizia penitenziaria del carcere di Porto Azzurro è rimasto intossicato dal fumo dopo aver salvato due detenuti che avevano cercato di dar fuoco alla propria cella per protestare contro il mancato accoglimento della loro richiesta di essere trasferiti nell’istituto di provenienza. Ciò che è accaduto nella giornata di mercoledi 22 giugno all’interno del carcere rappresenta un fatto grave. L’ennesimo inaccettabile episodio di violenza registrato all’interno della struttura elbana.
Esprimiamo innanzitutto solidarietà e vicinanza all’agente rimasto intossicato. Ribadiamo – così come avevamo già denunciato lo scorso mese – come simili inaccettabili episodi messi in atto all’interno del carcere siano da imputare soprattutto alla tipologia di detenuti inviati a Porto Azzurro. La struttura ha sempre accolto detenuti con un fine pena importante ma ultimamente ha iniziato ad accogliere anche persone che devono scontare pene brevi, dunque più problematiche e meno inclini a intraprendere percorsi trattamentali. Ci appelliamo perciò nuovamente all’Amministrazione penitenziaria affinché non assegni più tale tipologia di detenuti alla casa di reclusione di Porto Azzurro.
Evidenziamo inoltre la grande professionalità e la grande passione con cui gli agenti svolgono il proprio lavoro. Tutto ciò nonostante la grave carenza di organico: nella struttura elbana manca infatti circa il 30% del personale previsto. A quanto ci è stato riferito gli agenti effettuerebbero lavoro straordinario senza però essere retribuiti: se ciò fosse confermato si tratterebbe di un fatto grave ed inaccettabile. Invitiamo pertanto l’Amministrazione penitenziaria ad effettuare tutte le verifiche del caso e a mettere in campo tutti quegli interventi necessari a tutelare la dignità e la sicurezza di tutti coloro che lavorano all’interno del carcere.
Elisabetta Nesi (segreteria Fp-Cgil provincia di Livorno)