RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Non desidero qui entrare nel merito dei criteri di bilancio che guidano la Parco Minerario srl. Lascio a chi ne ha titolo (in questo caso il dr. Canovaro e i consiglieri dell’opposizione) di valutare appieno gli aspetti economici, e soprattutto se la distribuzione delle risorse sia adeguata e ben ripartita secondo le esigenze di tutto il territorio riese.
Per inciso, anche un occhio non esperto può leggere nei documenti messi a disposizione come ci siano zone più o meno attenzionate (e certamente Rio nell’Elba con il suo interessante centro storico e il suo Museo archeologico non è tra queste).
Le competenze del board di consulenti e collaboratori sono in gran parte concentrate nel campo amministrativo e contabile, e quindi sotto questo punto di vista si immagina che questi consulenti sappiano il fatto loro. La carenza grave riguarda invece la visione strategica territoriale, la prospettiva di valorizzazione e sviluppo di questa unità territoriale dell’est elbano, per la quale il PMR potrebbe, con adeguate risorse e competenze, fungere da volano (lasciando perdere la vantata macchina da guerra).
Vorrei invece riferirmi qui al settore particolare del servizio di pulizia urbana di cui la Parco Minerario è affidataria. Come cittadina che paga la salatissima TARI, aumentata del 30% in poco tempo, faccio infatti fatica a capire dove sia il risparmio dei contribuenti e soprattutto non riesco a capire perché, a fronte di questo rilevante esborso, il servizio erogato sia del tutto inadeguato. Rio nell’Elba, situazione che conosco da vicino, non è mai stato così sporco e così trasandato come in questa stagione. In molte parti del territorio urbano gli operatori sono del tutto assenti.
Perché la totale mancanza di pulizia e manutenzione in determinate zone, tra l’altro le più suggestive del centro storico, oggetto di visite turistiche? Parlo delle zone quali la Pietà, il Buchino, via Solferino, via Zambelli (insozzata dai piccioni per cui si sono fatte più volte denunce a vigili e azienda sanitaria del tutto inascoltate), via Galletti. Perché manca una carta dei servizi? Cosa prevedano esattamente i capitolati di affidamento, peraltro non pubblicati nella sezione Trasparenza del sito della società?
Perché invece di dire che questi contratti comprendono pagine e pagine di descrizione analitica dei servizi appaltati, non si pubblicano sul sito? Quale calendario (periodicità e regolarità), quali orari, quali zone, quanti operatori in azione nel periodo invernale e in quello di maggior afflusso turistico prevedono? Sono adeguati mezzi e strumenti a disposizione o si pensa che il soffiatore acquistato, peraltro del tutto inadatto allo scopo, sia risolutivo? Il personale è consapevole del suo compito oppure nel concorso del 2021 è stato reclutato soprattutto in base all’abilità nell’uso della motosega?
Non mi basta sapere che la Parco Minerario dà lavoro a persone del luogo (e certo è bene sia così), ma vorrei sapere se questi operatori conoscono i loro compiti. Qualora interpellati, non sembrano infatti fornire informazioni e si trincerano dietro “gli ordini superiori”. Abbiamo avuto per due o tre anni una operatrice bravissima e dedita ai suoi compiti, ma, guarda caso, non è stata confermata con un nuovo contratto a tempo. La Parco Minerario deve rispondere di queste gravi criticità rispetto all’efficacia del servizio almeno altrettanto che del conto economico, poiché è anche nella realtà, e non solo in fondo al bilancio, che i conti devono tornare.
Deve risponderne alla collettività riese che comprende residenti e proprietari di seconde case, ma anche ospiti e visitatori che scelgono l’Elba per trascorrere una piacevole vacanza.
Maria Ines Aliverti