Siamo in tempi di cambiamenti climatici in cui l’attenzione delle giovani generazioni è sempre più proiettata verso uno sviluppo economico e sociale più sostenibile e basato su fonti rinnovabili e con un maggiore interesse alla protezione dell’ambiente. Il bike-sharing va in questa direzione per un nuovo modo di fare turismo, sostenibile, ecologico e rispettoso della biodiversità dell’Elba.
Il bike-sharing, a mio parere, potrebbe essere un servizio offerto dai sette comuni elbani in sinergia tra loro. Perciò mi rivolgo agli amici sindaci per ogni iniziativa politica utile a tal fine e per programmare un domani sostenibile per lo scoglio, forse con meno auto e moto inquinanti e più biciclette per dare inizio ad una rivoluzione ecologica forse già dalla prossima stagione turistica con il servizio capillarmente distribuito in tutti i borghi elbani.
Il bike-sharing potrebbe essere attivato attraverso una App facile da utilizzare e con la possibilità di scaricarla gratuitamente da Google Play o da Apple Store sugli smartphone per noleggiare h24 una bicicletta a pedalata assistita o come di dice con un inglesismo e-bike (elettrica).
Un servizio moderno che potrebbe ottenere un notevole successo tra i nostri amici olandesi, svizzeri, austriaci e tedeschi che vengono all’Elba già ora con le loro biciclette multicolori come novelli donchisciotte. Può essere una nuova opportunità per i percorsi medio-brevi presenti sull’Isola d’Elba, e forse una delle possibili soluzioni ideali per rilanciare il turismo dopo che il 2023 ha fatto registrare numeri in ribasso.
Il bike-sharing dovrebbe offrire ai turisti e agli elbani un servizio pratico e veloce, in linea con le nuove esigenze di spostamenti sostenibili tra un borgo e l’altro, con meno automobili e moto inquinanti, per un maggiore rispetto dello scoglio e dando alle persone l’opportunità di fare movimento, in poche parole benessere, salute ed ecologia. Un connubio forse vincente.
Per garantire un servizio efficiente e capillare forse sarebbe necessario che in ogni borgo siano presenti postazioni dedicate o hub riservati per la sosta delle e-bike con la colonnina per la ricarica e, con l’App attiva, che permetta di trovare facilmente dove sono le biciclette.
Per fare funzionare l’applicazione occorre registrarsi e per farlo bisogna essere maggiorenni e possedere una carta di credito o di debito e creare il proprio account. Una volta raggiunta la bici dovrebbe essere sufficiente solo scansionare il QR code, sbloccare il lucchetto e iniziare la corsa. Giunti a destinazione si torna sull’App e questa chiuderà il lucchetto della e-bike ed entro pochi secondi arrivare sul display del proprio smartphone la conferma dell’avvenuto termine della corsa, del relativo costo e della distanza percorsa.
Le e-bike dovrebbero avere un disegno solido e pratico, essere dotate di Gps e di un sedile regolabile. L’App ha la funzione di registrare il comportamento dell’utenza, per rendere il servizio sempre più sicuro e affidabile anche verso dei possibili furti o utilizzo improprio. Poi, sarebbe poi opportuno garantire un servizio operativo su strada incaricato di gestire i guasti, gli atti di vandalismo e la manutenzione ordinaria delle biciclette.
Tuttavia, il bike-sharing all’Elba potrebbe essere un servizio innovativo e in linea con quelli già presenti nelle grandi città del Nord Europa o a Milano. Una iniziativa che se adeguatamente promossa potrebbe essere una ulteriore opportunità per fare conoscere il nostro meraviglioso scoglio nel mondo come l’isola verde che rispetta l’ambiente a misura d’uomo e un turismo sostenibile. Facciamola diventare nell’immaginario collettivo come l’isola delle biciclette, un obiettivo non facile da raggiungere ma che a lungo termine potrebbe forse portare grandi benefici e prosperità agli elbani. Un nuovo modo di concepire un turismo di qualità.
Enzo Sossi