Seguendo un copione ormai in voga da anni si sa che alla fine dell'estate i mesi invernali vengono funestati da allerta meteo, mareggiate e quant'altro sull’Isola d'Elba che, ricordo, costituisce la più grande piccola isola dell'arcipelago toscano con una popolazione residente nei mesi invernali di oltre 32.000 anime. Tralascio la decuplicazione delle presenze dei mesi estivi in cui le avverse condizioni meteo hanno minore possibilità di incidenza.
Preciso che il maltempo sopra citato può non consentire anche l’utilizzo dell’elicottero e degli stessi traghetti per trasportare i pazienti critici presso attrezzati ospedali di riferimento.
Mi viene quindi spontanea questa riflessione come amministratrice e come soggetto che frequenta l’Isola anche in virtù degli incarichi istituzionali che le sono stati assegnati e che ben conosce pregi e difetti dell’organizzazione dell’Isola che frequenta con cadenza assidua.
Ebbene, il mio non vuole costituire un intervento provocatorio, bensì un appello che necessariamente deve investire anche Istituzioni a livello regionale e nazionale di competenza. Come testimone della situazione, desidero interloquire con le Istituzioni affinché e nella speranza che la mia voce rappresentativa dei cittadini - come è giusto che sia in virtù del ruolo amministrativo che mi è stato consentito di svolgere - possa rappresentare il profondo sentire dei residenti dell'Isola in questo caso sul tema della fruibilità della sanità pubblica.
Voglio quindi con forza gridare che non è possibile pensare che la vita delle persone possa essere consegnata al caso di favorevoli condizioni meteo/marine. Mi spiego ancora meglio! Vorrei comprendere ora per allora che cosa si possa fare davvero per salvare le persone che necessitino di “rapidi” interventi “salvavita” nel caso in cui vi sia la necessità di procedere con urgenza, dopo la destrutturazione dell'ospedale di Portoferraio, nel caso in cui l'elicottero Pegaso o i traghetti non riescano a varcare il confine del “canale” e raggiungere il “Continente”.
Voglio rappresentare a chi di competenza e di dovere, che un conto è fare i calcoli con una popolazione di poche migliaia di persone, come avviene in altre piccole realtà e laddove la scala delle probabilità induce a ritenere che l'evento di emergenza possa verificarsi con rara incidenza, un conto è invece prendere in considerazione l’Isola d’Elba che ha una popolazione residente di oltre 32.000 soggetti e che durante i mesi estivi decuplica le sue presenze.
Fino ad oggi siamo andati avanti navigando a vista e confidando sulla Divina Provvidenza. Mi sembra veramente troppo! Chiedo una risposta alle Istituzioni affinché per intanto si ripristini presso l’Ospedale di Portoferraio almeno il presidio deputato alle emergenze.
Avv. Laura di Fazio
Assessore alla Tutela dell'Ambiente del Comune di Capoliveri