Infiniti i commenti e le richieste di spiegazione che ho ricevuto per strada in merito a molti dei contenuti della conferenza stampa tenuta dal Sindaco sul bilancio comunale oggetto di attenzione da parte della Corte dei Conti; da qui, un attento riascolto della video intervista apparsa on-line.
Sulla esposizione molto articolata dell’intervento non mi sento di avere il diritto, come privato cittadino, di esprimermi con valutazioni sul contenuto complessivo, ma come ex Sindaco ed ex Dirigente tecnico della disciolta Unione di Comuni alcune considerazioni credo sia doveroso farle.
Sono per formazione e per esperienza un tecnico e quindi, pur avendo amministrato come Sindaco il Comune, ho sempre ritenuto il bilancio una scienza esatta perché fatto di numeri e non uno strumento plasmabile secondo l’opportunità politica del momento; invece nell’ascoltare i dati enunciati ed altri elementi sembra che nemmeno i numeri costituiscano ancora una certezza se analizzati, in tempi diversi, dagli stessi soggetti.
La prima discrepanza che mi ha colpito è che il mio successore appena insediato ebbe modo di affermare, in occasione di una pubblica conferenza, che la mia amministrazione almeno una ‘cosa’ positiva l’aveva lasciata in eredità: “un bilancio in salute”, con un utile di 1,7 mln; ora si parla di un disavanzo che a fine 2019 ammontava a circa 3.400.000: una differenza non da poco, cifra difficilissima da “sgattaiolare” da parte di un Dirigente Finanziario per il quale i numeri sono il pane quotidiano così come lo sono anche per il primo cittadino per formazione scolastica e la professione esercitata.
Sembrerebbe che l’eventuale disavanzo, se realmente esistente al 2019, si sia moltiplicato non si sa in che modo e come e, se originato a partire dal 2015, sia passato inosservato anche al commissario prefettizio che ha redatto e fatto approvare il bilancio nel 2018. Se l’origine del ‘buco di bilancio’ nasce nel 2015 non comprendo inoltre, avendo fatto nel corrente anno richiesta di accesso agli atti per avere una certificazione dello stato dell’arte del bilancio nel biennio 2016/17, come l’attuale Dirigente finanziario mi abbia rilasciato una documentazione dalla quale risulta che il bilancio godeva di ottima salute, il che contrasta il contenuto della conferenza stampa.
Mi hanno colpito poi i passaggi, che ormai ritengo un’abitudine consolidata da parte di tutti, sui “debiti” dell’Unione di Comuni, che mi portano a ricordare che la chiusura dell’Unione era caratterizzata da un “dare” e un “avere”, come risulta dal Piano di Successione.
Il “dare”, era derivato da crediti di soggetti che pur avendo garantito prestazioni su regolari incarichi in virtù di specifici finanziamenti non erano stati liquidati per l’intervenuta chiusura dell’Ente per decisione Regionale che ancora non aveva trasferito i finanziamenti all’estinta amministrazione; finanziamenti, però, destinati agli Enti che succedevano all’Unione (Provincia, Consorzio di Bonifica e Comuni).
Per l’”avere” nessuno si ricorda mai di chiamare in causa gli amministratori in carica nel 2012/2013 che hanno lasciato andare in prescrizione le morosità residue del settore idrico della Comunità Montana, in buona parte recuperate dall’Unione di Comuni fino al momento della chiusura.
Per quanto concerne gli altri crediti, la mia amministrazione ha vinto una causa con una assicurazione turca che copriva i danni causati da una nave battente – appunto - bandiera turca a danno di una tubazione sottomarina di competenza dell’ex Consorzio Acquedotti, credito che nessun Sindaco precedente al mio insediamento si era preso cura di seguire; sempre la mia amministrazione ha coltivato la cosiddetta ‘Causa CIGRI’ per un credito di ben oltre due milioni di euro arrivando alla definizione, e non senza fatica, dell’inoltro all’Ufficio delle Entrate dell’istanza di rimborso IVA di competenza dell’ex settore idrico: sono occorsi 4 anni di diffide ai sindaci eredi dell’Unione per farsi fare la delega, pretesa dall’Ufficio delle Entrate e condizionante il deposito dell’istanza di rimborso, somme per le quali si è ottenuto il riconoscimento del credito in chiusura alla mia legislatura e sono state lasciate come credito alla nuova amministrazione, non scompensato dal “dare” perché già liquidato.
Un altro passaggio che mi ha colpito è il richiamato ritiro del ricorso al TAR presentato dall’amministrazione Peria contro la Regione Toscana in merito al piano di successione dell’Unione di Comuni, che sembrerebbe aver causato danni: ciò mi obbliga a precisare che io non ho sottoscritto alcuna rinuncia così come non è stata adottata alcuna delibera in merito, anzi agli atti del comune sono archiviate 2 note di uno studio legale che ricorda ad altrettante figure apicali, che io (al momento Sindaco) non avrei mai sottoscritto la rinuncia a meno che la Regione avesse riconosciuto al Comune una somma pari alle somme di cui ai pagamenti a carico dei comuni succeduti alla disciolta Unione. Tenuto conto che la Regione agli Enti subentranti all’Unione ha erogato importanti somme per liquidare le spettanze delle Ditte con crediti maturati (quasi 2 milioni alla Provincia di Livorno e mezzo milione di euro al Consorzio di Bonifica) è per me incomprensibile come nessuno dei Sindaci al momento dell’estinzione dell’Unione si sia preoccupato di ottenere analoga liquidazione; ho l’impressione quindi che non si voglia conoscere la storia e si preferisca trincerarsi dietro la parola ‘debiti’ dando la colpa a chi non c’è più, comportamento certo non da gentiluomini.
Per quanto riguarda la complessiva somma indicata di circa 7 mln di euro, non sono riuscito a comprendere dal resoconto fatto quali siano le reali cause che l’hanno determinata, anche se qualcuno ha avuto l’impressione che la colpa sia da addebitare all’originale disavanzo (che non c’era per le affermazioni del 2019 dell’attuale sindaco e i documenti forniti nel 2023 dal Dirigente finanziario che attestano un bilancio sano nel biennio 2016/17), somma che sembra essere originata da colossali interessi passivi quasi come fossero stati generati da tassi da strozzinaggio e non da spese superiori alle entrate.
Sicuramente una condizione poco chiara, perché non si capisce come in cinque anni da una situazione riconosciuta ‘sana’ si sia sprofondati in una voragine anche con il supporto di una dirigenza finanziaria valida: perché è bene ricordare, per avere dirigenti all’altezza, la stessa Costituzione Italiana impone che essi per operare stabilmente lo possano fare dopo aver superato il relativo Concorso pubblico per la dirigenza, e il comune sembrerebbe abbia sempre avuto personale con questi requisiti.
Mi auguro quindi che ci sia – da parte di tutti, politici e cittadini - la capacità di rilettura, soprattutto per quanto mi riguarda, così da capire le vere cause che hanno portato alla cifra di 7 milioni di disavanzo. Il tutto, in attesa della chiusura del bilancio 2023 e delle relative risultanze. Ma questa è un’altra storia.
Mario Ferrari