Da ormai vari anni stiamo assistendo, dato il cambiamento climatico in atto, a fenomeni atmosferici più violenti e dovuti ad un innalzamento di temperatura che aumenta l’energia delle masse d’aria. Fronti freddi e fronti caldi carichi di umidità si scontrano causando precipitazioni di forte intensità in poco tempo. Non è inusuale avere da 100 a 200 mm di pioggia in due o tre ore.
Un rapido conto: 150 mm di pioggia vuol dire che in un metro quadro (mq) cadono 150 litri di acqua. Considerando un “bacino imbrifero” di 100 ettari si ha che in esso arriva dal cielo 150000 metri cubi(mc) di acqua! Parte sarà assorbita, fino a saturazione, dal terreno boscoso; ma possiamo dire, con ragionevole approssimazione, che vicino a 100000 mc andranno a finire nei fossi o canali in fondo al bacino e dovranno defluire in due o tre ore.
E’, quindi, importante garantire dimensioni e pulizia di tali condotti di deflusso.
Nell Serenissima Repubblica alla regolamentazione del deflusso delle acque era preposto un Magistrato.
Devo dire che tanto si parla di dissesto idrogeologico, ma quanto si fa in concreto?
All’Elba il 7 novembre 2011 c’è stata nel Campese una grave alluvione. Io mi sono trovato due giorni dopo nell’isola accorso dalla Spezia. Il panorama era allucinante: montagne di terra nei parcheggi in attesa di bonifica e montagne di canne sulla spiaggia in attesa di essere bruciate!
Mi sono ricordato che a fine del settembre precedente, lasciata l’Elba, incontrai fossi non puliti e, quando le canne venivano tagliate erano lasciate in loco! Naturalmente esse hanno fatto tappo in prossimità di ponticelli ed alcuni li hanno abbattuti. Questa è la cura reale del territorio, un po’ migliorata, devo dire, in questi ultimi anni (si piange sul latte versato).
In aggiunta vari fossi sono stati tombati per favorire costruzioni erette per far fronte al notevole aumento del flusso turistico.
A mio parere ci dovrebbe essere una mappa aggiornata ed un controllo attento di tutti i potenziali corsi d’acqua, una pulizia degli stessi (specie ai primi di Agosto) ed un adeguamento delle loro sezioni considerando portate e pendenze.
Perché non attingere alle risorse finanziare del PNRR?
Io pago, come penso tutti i possessori di terreni e case, una tassa al “Consorzio 5 Toscana Costa”. Mi piacerebbe che venissero pubblicizzate al massimo tutte le opere realizzate con tali soldi.
Un’ultima considerazione. Io ho visitato, anni addietro, il Parco Nazionale dell’Abruzzo ora Parco Nazionale dell’Abruzzo, Lazio e Molise. Ho visto che è organizzato in quattro parti o fasce dalla valle alla cima delle montagne.
Progressivamente le attività umane sono ridotte fino a quella alta, la “camosciara”, dove è interdetta qualsiasi attività.
Ora ritengo dannoso per un parco tracciare una linea (hic sunt leones!) oltre la quale sia proibito intervenire per la pulizia della vegetazione in particolar modo. Dico questo in generale per una critica a certo integralismo ecologico.
Alle prime alluvioni viene giù tutto!
Giampaolo Zecchini