La violenza economica sulle donne è un fenomeno che spesso passa in secondo piano, forse perché meno “voluminoso”, meno appariscente di altre situazioni, ma che è comunque una piaga sociale da combattere e sradicare dalla nostra società.
Accade spesso, infatti, che una donna subisca maltrattamenti non solo fisici e psicologici, ma anche economici: nel senso che, oltre alla violenza fisica, la donna lascia, volente o nolente, la gestione del suo patrimonio, del suo denaro, al compagno. Ciò porta spesso a effetti disastrosi, poiché quando anche la donna riuscisse a liberarsi del giogo oppressore di una relazione tossica/violenta, si ritroverebbe impossibilitata a condurre una vita libera a causa di questa cosa.
Ancora, possiamo citare casi in cui il compagno, per ricatto/coercizione, si dichiara nullatenente al fisco di modo da non pagare il mantenimento alla donna, oppure depaupera il patrimonio della compagna con spese poco sostenibili, azzardate o semplicemente troppo alte.
In tutti questi casi, la donna diventa vittima, poiché perde la capacità e la possibilità di vivere e mandare avanti in completa libertà la sua nuova esistenza separata dal marito/compagno.
I dati ISTAT dichiarano che ben 3 donne su 10 non possiedono un loro conto bancario indipendente dal marito; cosa che troviamo francamente assurda nel 2023, in un momento storico in cui si cerca di porre attenzione sempre maggiore sulla situazione di disparità delle donne nei confronti degli uomini.
Tutto ciò affonda le sue radici non solo in un fattore culturale vero e proprio, in Italia ancora non del tutto sradicato, anzi ancora molto diffuso e forte, ma anche nella concreta fragilità delle donne nel mondo del lavoro: sono pagate di meno, in certi casi molto meno, dei loro corrispettivi maschili.
Ci preoccupiamo di liberare la donna dalle sue piaghe, proclamiamo e decantiamo di volerla emancipare e renderla pari agli uomini, eppure ancora oggi non solo costei è pagata meno rispetto ai maschi, ma spesso non possiede nemmeno un suo conto bancario, e non è per nulla indipendente dal marito sotto l’aspetto economico: come può essere libera, se non può nemmeno pagare l’affitto per una casa separata dal marito?
La disparità e la violenza economica sono fenomeni solo da poco riconosciuti dalla legge italiana, e sono inquadrati da quest’ultima nell’ambito degli abusi familiari, ai sensi degli articoli 342 e 342 bis del codice civile. Risale invece al 2013 la prima menzione di questo problema in una legge, all’articolo 3 del decreto 93/2013.
Come si può ben evincere da questi dati, non solo il problema è ben diffuso, ma è anche ancora poco conosciuto e spesso ignorato. Dobbiamo invece porre l’accento anche su questo gravissimo fatto, affinché le donne siano libere di vivere la propria vita indipendentemente dal partner.