L’amministrazione comunale di Portoferraio, con una propria delibera di giunta, ha dato incarico ai propri uffici di predisporre gli atti necessari per garantire il differimento al 31 dicembre 2024 del termine di durata delle concessioni demaniali marittime vigenti in scadenza alla fine del 2023.
Il provvedimento è stato assunto sulla base di quanto prevedono le disposizioni di cui alla Legge 5 agosto 2022, n. 118, la cosiddetta ‘Legge Draghi”. Il tutto in considerazione delle accertate circostanze di cui all'articolo 3, comma 3, della stessa legge n. 118/2022 e di altre oggettive condizioni quali, in particolare:
- l’assenza di una pianificazione puntuale di settore che permette una regolare adozione di titoli concessori demaniali;
- la mancata conclusione delle procedure di valutazione di eventuale incameramento delle opere insistenti sulle aree demaniali marittime del Territorio in conseguenza della ricognizione avviata dalla Agenzia del Demanio della Toscana nel marzo 2023;
- la contraddittoria attività normativa sulla materia e la complessità delle procedure relative al rilascio delle nuove concessioni demaniali;
- l’esistenza di obiettive ragioni che impediscano l’espletamento delle gare entro il 31dicembre 2023, fatto che risulterebbe contrario all’interesse pubblico poichè si potrebbero vedere i beni demaniali oggetto di concessione inutilizzati, comportando il rischio di una grave riduzione di strutture attrezzate sul territorio idonee a soddisfare le esigenze di precisi segmenti della domanda turistica, con inevitabili ripercussioni sul turismo in genere e sull'economia locale.
“Abbiamo assunto questa decisione – dice l’assessore al demanio Leo Lupi - alla luce di questa situazione ancora incerta. Abbiamo deciso di avvalerci della legge Draghi 118, la quale dispone che, in caso di comprovati problemi oggettivi e temporali nel porre in essere le aste, ci si può avvalere di un’estensione temporale di validità per il 2024. Determinante nella nostra scelta è stata la mancanza di linee guida ufficiali seguendo le quali i comuni dovrebbero muoversi a partire dal 1 gennaio 2024. L’assenza di una normativa di riferimento impedisce, tra le altre cose, di procedere all’espletamento delle procedure di evidenza pubblica. La correttezza del percorso da noi intrapreso è stata indicata anche dalla Regione Toscana”.