L'Italia è un grande paese e la nostra Costituzione “è la più bella del mondo”. Non è vero, oggettivamente, ma è sicuramente vero che è un ottima Costituzione. Con cui confliggono però una serie di regolamentazioni giuridiche di questo o quel settore di vita, cioè di leggi ordinarie che sono decisamente antiquate, stupide, irrazionali etc.
Un esempio, uno dei tanti. L' istituto della prescrizione giudiziaria per cui, dopo un certo periodo di tempo da che è iniziata una causa legale, cioè un contenzioso davanti al Tribunale, se non ci sono state le sentenze previste dalla legge (primo e secondo grado), tutto va “in prescrizione”, cioè è come se non fosse successo niente, sentenza di primo grado magari di condanna, eppure via! Tutto finito, tutti a casa. Nessuno paga, nessuno ipotesi di reato. Lo Stato che dice : “non ce l'abbiamo fatta a rispettare i tempi, mi dispiace, abbiate pazienza”.
Abbiate pazienza? Questa è un ragionamento vergognoso, aberrante, puro medioevo. Alla base di tutto, in effetti, c'è una considerazione giustissima, nel senso che una persona imputata di qualche reato non può stare tutta la vita in attesa di una sentenza che magari, lo condanna. Non è consentito un patema d'animo per tutta la vita, ovvio! Ma che lo Stato con l'apparato giudiziario di cui dispone, non riesca ad emettere una sentenza in tempi ragionevoli e contenuti, non va bene, non va assolutamente bene.
Si potrebbe intanto aumentare considerevolmente il numero dei giudici, non risulta però si stia facendo né risulta un programma temporale entro cui questo numero sarà adeguato. Si potrebbe aumentare il numero dei giudici nelle circoscrizioni giudiziarie dove ci sono processi a rischio prescrizione. Lo stanno facendo? Non risulta.
I dati più recenti sulle prescrizioni ad anno, dicono: 130.000 processi l'anno prescritti. Capito: 130.000! Ma siamo nel 2024, o magari ancora nel 1524 ?
Ma se vanno in prescrizione 300 processi al giorno, non sarebbe, intanto, meglio- in ipotesi- lavorare solo su 150 e portarli a compimento, invece che lavorare, lavorare e lavorare inutilmente su 300 e poi, ad un certo punto , dire, per tutti: non abbiamo rispettato i tempi, abbiamo girato a vuoto, pazienza !
No, no, nessuna pazienza, siamo in Italia, anno 2024. La pazienza non è ammessa.
Tra l'altro, c' è una cosa che giudico abbastanza sconvolgente, una cosa rilevante di cui non si tiene alcun conto. Mi riferisco, ad esempio, alla sentenza di primo grado, magari di condanna, che non è stata emessa da un gruppo di amici al bar, tanto per passare il tempo, né da dei buontemponi, in una giornata di sana allegria. E' emessa da giudici, seguendo procedure di legge, ascoltando testimoni, valutando fatti, leggendo perizie. Perchè non vale automaticamente, se non si rispettano i tempi, la sentenza di primo grado? Mi sembra una cosa così ovvia e così logica!
Si potrebbe eccepire che il principio dell'esercizio del grado di appello, se vale solo la sentenza di primo grado, non viene rispettato. Vero, verissimo, ma sostenere, in pratica, che la sentenza di primo grado va buttata al vento, mi sembra una cosa inammissibile. E' in ogni caso, una sentenza emessa nel rispetto delle procedure, una valutazione giuridica fatta da giudici di fatti.
Speriamo nel futuro ma, forse, non cambierà niente.
Guido Retali