Nei giorni scorsi sono scaduti i termini per le manifestazioni d’interesse per il trasporto marittimo nell’arcipelago toscano, ora sarà la volta del bando vero e proprio che arriverà nei prossimi mesi.
Notizie di stampa raccontano della partecipazione di più soggetti, fatto che è da valutare positivamente per la necessità di un miglioramento complessivo dei servizi offerti in questi anni. L’interesse dimostrato da queste aziende è senza dubbio rivolto alla possibilità di offrire il trasporto turistico durante il periodo estivo, molto redditizio per le compagnie di navigazione.
Da quello che si apprende, la Regione Toscana starebbe immaginando di separare le linee di trasporto rispetto al passato. Da un lato quella economicamente più forte, tra Piombino e l’Elba (o forse solo per Portoferraio), dall’altro le linee deboli per Capraia e Gorgona e per Pianosa, Giglio e Giannutri.
E’ facile capire che il senso possa essere quello di non sovvenzionare più la linea che economicamente potrebbe sorreggersi da sola e continuare a farlo per le tratte che presentano maggiore debolezza. Una scelta che andrebbe senza dubbio incontro alle richieste dell’Autorità di Regolazione per i Trasporti ma che, a nostro avviso, non tiene conto di fattori importanti.
Il principale è che non siamo a discutere dei pur fondamentali servizi al turismo ma della continuità territoriale tra le isole e il “continente”. Cioè della vita di chi vive e lavora nelle isole della Toscana.
Il trasporto marittimo da e per l’Elba (e per le altre isole dell’arcipelago), infatti, a differenza di quello verso le isole maggiori, è fatto di un pendolarismo quotidiano che potremmo definire di necessità. Da e per le isole dell’arcipelago toscano ci si sposta ogni giorno per lavoro, per salute, per istruzione, per acquistare o per far arrivare merci di prima necessità. Non è immaginabile che un servizio come questo sia lasciato alla gestione del libero mercato, seppur organizzato dal pubblico. Le garanzie agli isolani devono darle le istituzioni.
Garanzie sulla frequenza delle corse e nella loro costanza durante tutto l’arco della giornata e di un tetto massimo al prezzo del biglietto per il passaggio nave a piedi e con i mezzi.
La compagnia pubblica o, come negli ultimi dodici anni con contratto di servizio, ha sempre fatto da calmieratore e regolatore, anche per i privati.
In più, il rischio dello “spacchettamento” delle linee è per i lavoratori marittimi attualmente in forza a Toremar SPA. E’ facile immaginare che un cambio come quello ipotizzato porterebbe a un servizio più fragile e discontinuo anche per chi lavora sulle navi.
A nulla serviranno le clausole sociali se a subentrare, solo per alcuni pezzi del servizio, fossero varie società che portano con sé i propri lavoratori.
Il rischio è che molti marittimi imbarcati e molti operatori di terra, per esempio nelle biglietterie, perdano la sicurezza di un lavoro a tempo indeterminato in favore di lavori discontinui stagionali.
In conclusione, riteniamo che pur in una nuova logica che tenga conto del mercato, per esempio non finanziando alcune corse della giornata o del periodo estivo perché ampiamente sostenute da chi viaggia -usando i risparmi per gratuità per chi si sposta per salute e studio-, non si debba disperdere il ruolo pubblico nel trasporto marittimo in continuità territoriale.
Pensiamo anche che lo spacchettamento delle linee andrebbe a vantaggio solo degli armatori a discapito dei residenti sulle isole che devono poter contare sulla sicurezza di un contratto di servizio che vincoli il vettore al suo ruolo pubblico, così come previsto dalla Regione Toscana dodici anni fa.
Simone De Rosas
Segretario PD Val di Cornia e Isola d’Elba